Sono trascorsi circa sei mesi da quando il cryptojacking è esploso e in questo breve lasso si tempo l’approccio si è evoluto e adattato per avviare il mining illegale delle criptovalute, in un modo fuori controllo. Ora Google ha preso una posizione a riguardo, annunciando che inizierà a bloccare qualsiasi estensione di Google Chrome inviata al Chrome Web Store che mina le criptovalute.
Fino ad ora, le policy di Google Chrome consentivano il mining delle criptovalute nelle estensioni, purché si trattasse dell’unico scopo dell’estensione e che l’utente fosse adeguatamente informato sul comportamento della stessa. Ma «Sfortunatamente, circa il 90% di tutte le estensioni con script di mining che gli sviluppatori hanno tentato di caricare su Chrome Web Store non hanno rispettato tali criteri e sono state rifiutate o rimosse dallo store,» ha detto James Wagner, Product Manager della piattaforma Extensions, in un post sul blog diramato nelle scorse ore.».
Gli script per minare le criptovalute spesso consumano risorse significative della CPU e possono avere un impatto negativo sulle prestazioni del sistema dell’utente e sul consumo energetico, come spiegato da Google stessa:
Poiché l’ecosistema delle estensioni continua ad evolversi, restiamo focalizzati sul potenziamento degli sviluppatori per la creazione di esperienze innovative mantenendo al contempo i nostri utenti il più al sicuro possibile. Negli ultimi mesi si sono verificate crescite di estensioni dannose che sembrano fornire utili funzionalità in superficie, incorporando script di mining di criptovaluta nascosti eseguiti in background senza il consenso dell’utente. Questi script di mining spesso consumano risorse CPU significative e possono avere un impatto negativo sulle prestazioni del sistema e sul consumo energetico.
Dunque, dopo aver visto un aumento delle estensioni di cryptojacking, a partire da adesso Chrome Web Store non accetterà più estensioni che includono la criptomoneta; alla fine di giugno poi rimuoverà le estensioni esistenti che attualmente contengono funzionalità di mining. Le estensioni che invece hanno finalità legate alla blockchain saranno accettate.
«Questa politica rappresenta un ulteriore passo avanti nel garantire che gli utenti di Chrome possano godere dei vantaggi delle estensioni senza esporsi a rischi nascosti», ha sottolineato l’azienda. La mossa segue quella effettuata da Twitter alla fine dello scorso mese e da Facebook nel mese di gennaio, quando i due social hanno iniziato a bloccare e vietare tutti gli annunci pubblicitari che promuovono le criptovalute – tra cui Bitcoin e le Ico – sulle relative piattaforme.