L’evento di Berlino con cui Huawei ha presentato i nuovi MateBook X, MateBook D e MateBook E ha lanciato un messaggio molto chiaro: non ci sono soltanto tre prodotti in vetrina, ma c’è anche e soprattutto un brand. Impossibile ignorare quanto accaduto: Huawei oggi è qualcosa di diverso rispetto a ieri e, sebbene la mossa fosse in qualche modo attesa, l’ufficialità sancisce la fine del “prima” che sfuma nell’inizio del “poi”.
Il passo è rappresentato da una piccola mossa estremamente simbolica: Huawei ha portato ufficialmente sul mercato il suo primo laptop, e con il proprio “X” ha messo una firma laddove fino ad oggi il gruppo non si era ancora mai avventurato. Un tentativo peraltro affrontato con coraggio e creatività, introducendo alcune innovazioni tecniche interessanti e configurando un progetto che ha in dote una sua evidente identità. Per capire quale sia la direzione tracciata da Huawei, e per approfondire il significato che gli ultimi annunci portano con sé, ne abbiamo parlato con Ettore Patriarca, direttore marketing Huawei Consumer Business Group.
Ettore Patriarca: presente e futuro di Huawei
Qual è l’ambizione che unisce i tre nuovi MateBook?
Ettore Patriarca: «L’ambizione è quella di offrire tre alternative rispetto a quello che è l’utente medio che si approccia a questo tipo di mercato. chi vuole avere il prodotto solido, quello che fino ad oggi è stato l’ultrabook, quello che ha maggiori esigenze di mobilità e quello che ne fa un utilizzo più mainstream e famigliare».
Fasce di prezzo differenti, caratteristiche differenti, progetti differenti, per target differenti. Un ventaglio variegato, quindi, all’interno di una gamma assortita e di una strategia unica. Ma ad essere univoca è in primis l’ambizione: Huawei intende avere una risposta possibile a tutta quella che è la domanda possibile di device. Ecco perché il perimetro dell’azienda è stato ampliato, ecco il perché dell’esordio nel mondo laptop ed ecco perché Huawei affronta con pompa magna questo nuovo ed ulteriore passo.
La scommessa su video e audio continua…
Ettore Patriarca: «Il focus dell’azienda è nella ricerca dei materiali e del design, ma consideriamo la user experience assolutamente fondamentale per l’utente. Noi sappiamo che sia per i tablet che per i laptop occorre pensare sia all’uso professionale che al tempo libero, ed in entrambi i casi si fruisce ormai di moltissimi contenuti basati proprio su audio e video: entriamo in questo mercato per mettere a disposizione un’offerta di alto livello con cui assecondare al meglio la grande evoluzione che si è avuta nel mondo dei contenuti».
Smartphone, tablet, 2-1, ora i laptop: Huawei ha ridefinito sé stessa?
Ettore Patriarca: «In effetti oggi completiamo il percorso della comunicazione in mobilità dell’utente a cui ci rivolgiamo. Huawei nasce 30 anni fa facendo infrastrutture di rete, per mettere in comunicazione le persone. Quindi ha iniziato a costruire device per mettere in comunicazione le persone e le infrastrutture di rete. Si è passati da poi da Wifi router, smartphone, watch, tablet e oggi il tassello mancante era quello dei pc. Andiamo a completare il quadro ed oggi offriamo tutto quanto necessario per mettere in comunicazione l’utente e i contenuti.
Siamo in un’era multiscreen: il 40% di chi guarda la tv utilizza anche schermi ulteriori e noi vogliamo accompagnare questo tipo di esperienza consentendo all’utente di scegliere a mani libere all’interno dell’offerta Huawei».
Quali sono oggi le prospettive Huawei in Italia?
«Huawei è un brand che fino ad oggi era la sorpresa del mercato. Ora è maturata, ha creato la giusta confidenza con il cliente e oggi è diventato una solida realtà. Per questo motivo arriviamo ad offrire anche i pc, evolviamo quella che è la semplice comunicazione via smartphone ed andiamo ad avventurarci su nuove frontiere. Con gli smartphone, infatti, il processo d’acquisto è ancora molto legato all’emozionalità del brand e del design; con i pc la scelta è invece improntata su una maggior razionalità e Huawei intende crescere anche abbracciando questo tipo di sfida».