È un doodle che strizza l’occhio alla matematica quello pubblicato poco fa da Google sulla pagina principale del motore di ricerca. Il personaggio celebrato oggi da bigG è Eulero, in occasione del 306esimo anniversario della nascita, matematico e fisico svizzero ritenuto una delle più grandi menti di tutto il XVIII secolo. A lui è da attribuire la paternità di numerose formule, teoremi, relazioni ed equazioni.
Leonhard Euler, questo il nome all’anagrafe, è nato a Basilea il 15 aprile 1707 e fin dall’infanzia ha frequentato la famiglia Bernoulli, altro cognome strettamente legato all’evoluzione dello studio della matematica negli ultimi secoli. Dopo la laurea in filosofia conseguita all’età di soli tredici anni insegnò medicina presso l’Accademia Imperiale delle Scienze di San Pietroburgo e prestò servizio come medico nella marina russa. Nel 1734 sposò Katharina Gsell, dalla quale ebbe ben tredici figli, solo cinque dei quali sopravvissero. Dopo essersi trasferito a Berlino nel 1741 frequentò più volte uno di più grandi geni musicali di sempre, Johann Sebastian Bach.
I problemi alla vista iniziati nel 1735, in seguito a una febbre cerebrale, lo portarono a diventare quasi cieco dall’occhio destro (come visibile nel dipinto di apertura a opera di Johann Georg Brucker), ma Eulero fu in grado di compensare il problema grazie alla sua incredibile memoria fotografica e alle abilità di calcolo. Nel 1766 tornò in Russia su invito dell’imperatrice Caterina la Grande. Cinque anni dopo riuscì a sopravvivere all’incendio che devastò il suo ufficio di San Pietroburgo, distruggendo l’intera collezione di scritti e appunti. Morì il 18 settembre 1783 all’età di 76 anni, colpito da un’emorragia cerebrale, poche ore dopo essere intervenuto pubblicamente per parlare del pianeta Urano appena scoperto.