L’Unione Europea, dopo averne discusso per diverso tempo senza mai dedicare la dovuta attenzione alla tematica, ha ufficializzato la propria posizione nei confronti del cloud computing, anche noto come “nuvola digitale”. Il massimo organo del Vecchio Continente vede infatti nel cloud un possibile strumento in grado di arricchire ulteriormente il patrimonio continentale e per tale motivo intende intraprendere una strada ben precisa che conduca nella direzione di una nuova nuvola europea.
Per “nuvola informatica” si intende la memorizzazione di dati (come file di testo, immagini e video) e di software su elementi remoti ai quali gli utenti accedono via internet utilizzando il dispositivo che preferiscono. Si tratta di una modalità più rapida, economica, flessibile e potenzialmente più sicura rispetto al ricorso a soluzioni informatiche locali. Molti siti estremamente popolari – come Facebook, Spotify o la posta elettronica in rete – utilizzano già le tecnologie offerte dal cloud computing ma i reali vantaggi economici si ottengono tramite l’uso capillare di questa tecnologia a livello delle imprese e del settore pubblico.
Tale strada attraverserà sia tematiche prettamente tecniche che legali, realizzando apposite norme che possano regolamentare il cloud europeo: si va dall’interoperabilità, favorendo così una maggiore omogeneità tra le varie tecnologie a disposizione e la loro integrazione, alla sicurezza, sia in termini di affidabilità delle infrastrutture che di clausole in grado di garantire protezione per utenti ed aziende. Altro nodo fondamentale è la cooperazione tra i vari stati membri dell’UE, creando così un vero e proprio “movimento europeo” nel campo del cloud computing.
Neelie Kroes, vicepresidente dell’Agenda Digitale, ha sottolineato come la nuvola digitale rappresenti «una tecnologia rivoluzionaria per la nostra economia. Senza l’intervento dell’Unione i confini nazionali possono trasformarsi in fortezze invalicabili che ci impediranno di fruire di vantaggi economici dell’ordine di miliardi di euro». Vantaggi che l’UE ha quantificato in circa 160 miliardi di euro entro il 2020, cui corrisponderanno almeno 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro.
Il cloud, insomma, può rappresentare una nuova iniezione di carburante nell’economia del continente, favorendone inoltre l’espansione nel settore digitale, ove ad oggi non figura tra le prime potenze a livello mondiale. Le nuove norme dovrebbe giungere entro pochi anni, con il 2013 che con ogni probabilità sancirà l’inizio di una nuova era per la nuvola digitale europea: entro tale anno, infatti, dovranno essere delineate quanto meno le linee guida da seguire per varare nuove leggi in tal senso.
Chiosa Viviane Reding, vice-presidente della Commissione Europea:
L’Europa deve pensare in grande. La strategia sulla nuvola informatica aumenterà il livello di fiducia nei confronti di soluzioni innovative e stimolerà un mercato digitale unico competitivo, dove i cittadini europei si sentano al sicuro. Per ottenere questi risultati è necessario adottare velocemente il nuovo quadro generale sulla protezione dei dati proposto quest’anno dalla Commissione e definire clausole e condizioni contrattuali che siano sicure ed eque.