L’Unione Europea ha evidenziato che i grandi big del tech hanno iniziato ad ottenere migliori risultati nella lotta all’hate speech da quando è arrivato il nuovo codice di condotta dell’Unione Europea. Secondo la Commissione Europea, da quando il big del tech hanno adottato questo codice di comportamento, queste aziende sono riuscite a rimuovere in media il 70% dei messaggi illegali di incitamento all’odio che sono stati notificati a loro.
Era il 2016 quando Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft avevano sottoscritto questo codice di comportamento per contrastare in Europa il fenomeno dell’hate speech. Le verifiche condotte dall’Unione Europea hanno evidenziato che oggi queste realtà siano molto più rapide ad intervenire in caso di segnalazione e riescano ad eliminare la maggior parte dei messaggi nell’arco di 24 ore. Permangono, comunque, ancora delle lacune sopratutto per quanto riguarda la mancanza di un feedback sistematico agli utenti.
La Commissione Europea fa sapere che anche Instagram e Google+ hanno deciso di abbracciare questo codice di condotta per combattere il problema del messaggi d’odio presenti all’interno delle loro piattaforme.
La Commissione Europea ha sottolineato che dal 2016 sono stati evidenziati progressi costanti nella lotta all’hate speech. Alla prima verifica, già nel 2016, le società avevano rimosso il 28% dei messaggi segnalati, cifra che è salita al 57% nel maggio del 2017, sino all’attuale 70%. Un risultato molto positivo. La Commissione evidenzia anche che tutte le società soddisfano pienamente l’obiettivo di verificare la maggior parte delle notifiche entro 24 ore, con una media di oltre l’81%.
Internet deve essere un luogo sicuro, privo di forme illegali di incitamento all’odio e di contenuti xenofobi e razzisti. Il codice di condotta si è rivelato uno strumento prezioso per contrastare i contenuti illeciti in modo rapido ed efficiente. Ciò dimostra che laddove esiste una stretta collaborazione tra imprese tecnologiche, società civile e responsabili politici è possibile ottenere risultati preservando al contempo la libertà di espressione. Auspico che le aziende informatiche diano prova della stessa determinazione su altre questioni importanti, come la lotta al terrorismo, o le clausole sfavorevoli per gli utenti.
Tuttavia, la strada è ancora lunga per estirpare alla radice il problema dell’hate speech. Secondo la Commissione, trasparenza e il feedback agli utenti sono ambiti in cui occorre prevedere ulteriori miglioramenti. Inoltre, bisogna incentivare un efficace perseguimento degli autori dei reati di incitamento all’odio, sia online che offline, segnalando i casi accertati alla polizia o alla giustizia.
Nel prossimo futuro, la Commissione Europea continuerà a vigilare che i grandi big del tech continuino a rispettare questo codice di comportamento, con l’obiettivo di estenderlo ad altre piattaforme online. Potranno essere poste in essere nuove misure laddove si evidenzi che gli sforzi non siano più sufficienti ad arginare il problema dell’hate speech.