La Commissione Europea ha deciso di puntare sui mercati digitali poiché forieri di una grande crescita economica. Secondo uno studio condotto per conto della Commissione, infatti, sarebbero 110 i miliardi che si potrebbero sbloccare da un mercato digitale fiorente. E come è possibile questo scopo? Con nuove regole per la gestione del settore.
La crescita dell’economia digitale europea può passare da diversi canali. Fra i vari citati, la ricetta sembra essere quella di instaurare economie di scala per i provider, a cui si aggiunge la liberalizzazione di alcuni servizi per i cittadini all’interno dei confini dell’Europa. Ad esempio, un individuo in pianta stabile all’estero potrebbe sottoscrivere un abbonamento televisivo a una pay-TV della nazione di origine, i medici potrebbero monitorare la salute dei pazienti a distanza con le tecnologie di videoconferenza o le aziende potrebbero beneficiare di database cloud comuni per migliorare i loro business.
Tutti esempi di sicuro fascino quelli presentati dalla Commissione Europea, ma come sarà possibile metterli in pratica? Come il mercato digitale potrà essere reso più concorrenziale, tanto da generare quei 110 miliardi di euro stimati?
La liberalizzazione di servizi e la spinta all’economia digitale non può che passare dalla standardizzazione. L’obiettivo è quello di creare un “single digital market“, uno spazio digitale unico che sia sotteso alle medesime regole in qualsiasi nazione dell’Unione. Così come rileva la Commissione Europea, infatti, il principale freno allo sviluppo di questo business è l’eccessiva frammentazione fra gli stati membri, tanto che “quello che è permesso in uno stato, non lo è in un altro”. Per questo motivo, l’Europa si impegnerà a ridurre le diversità nazionali, come quelle sulla durata dei contratti o la trasparenza delle bollette, investirà capitali affinché tutti gli Stati raggiungano simili livelli di e-Mobility, e-Health ed e-Energy, coordinerà lo spazio d’azione delle telco a livello europeo, con stessi diritti e stessi doveri in ogni nazione. E non mancano nemmeno gli interventi in termini di connettività, con maggiori sforzi per l’adozione rapida in tutti i territori delle tecnologie 4G, anche se la Commissione sembra dimenticare come siano ancora in milioni i cittadini non raggiunti dalla Rete via cavo, anche in Italia dove il digital divide è un problema davvero sentito.
Al momento, il sentore è quello di essere di fronte a una discussione generica e aleatoria, dove alle ipotesi di crescita non paiono seguire interventi pratici di gran sorta. Per rispondere a questa critica, l’Europa ha fatto sapere di essere pronta a presentare una bozza per la nuova legislazione entro la fine del quarto fiscale attualmente in corso.