Una nuova accusa nei confronti di Google, o meglio della parent company Alphabet, potrebbe essere formalizzata a breve nel vecchio continente. Alcune indiscrezioni parlano oggi di un procedimento avviato dal commissario Margrethe Vestager e relativo alle pratiche messe in campo dal gruppo di Mountain View per quanto riguarda l’advertising online.
Potrebbe così aprirsi in Europa un terzo fronte d’indagine nei confronti di bigG, dopo quello che mira ad accertare un potenziale abuso di posizione dominante del motore di ricerca e quello finalizzato a fare chiarezza sui termini delle partnership siglate con i produttori attivi nell’ambito Android. La Commissione avrebbe concesso, alle aziende concorrenti, una settimana di tempo per inoltrare una versione definitiva della documentazione in cui si mettono in luce i comportamenti di Google ritenuti scorretti, per poi raccoglierli e inoltrarli alla società californiana con una comunicazione ufficiale. Utilizzare il condizionale è d’obbligo, almeno per il momento, poiché le parti in causa si sono rifiutate di rilasciare qualsiasi commento in merito.
Quello legato alle pubblicità sul Web rappresenta un mercato di fondamentale importanza per Alphabet, che ancora oggi, nonostante un modello di business estremamente vario e diversificato, genera la quasi totalità degli introiti per il gruppo. Un tema che già aveva attirato l’attenzione del predecessore Joaquín Almunia, ora finito sotto la lente d’ingrandimento di Margrethe Vestager. In particolare, l’intenzione sarebbe quella di capire se l’attività di bigG impedisca in qualche modo agli inserzionisti di investire in advertising su piattaforme concorrenti.
La formalizzazione dell’accusa dovrebbe avvenire entro il mese di agosto. L’eventuale apertura di un nuovo fascicolo costringerebbe il gruppo di Mountain View a dover rispondere a Bruxelles su tre fronti di vitale importanza per la propria attività: il motore di ricerca (il più utilizzato dagli utenti a livello mondiale), l’ecosistema Android (la piattaforma più diffusa in ambito mobile) e le pubblicità online (la fetta più grande degli introiti per l’azienda).