Il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo all’introduzione di nuove norme per i media audiovisivi, con aggiornamenti che varranno sia per le emittenti tradizionali che per i servizi di streaming, gratuiti e a pagamento. È quanto rende noto un comunicato diramato dallo stesso Parlamento, per illustrare tutte le novità in fatto di protezione dei minori, comunicazione pubblicitaria e produzione di contenuti autoctoni.
Dell’aggiornamento in questione, concordato con tutti i Ministri UE, si parla ormai da diverse settimane: oggi arriva l’introduzione definitiva. Le misure nascono per garantire non solo un mercato audiovisivo pluralista ed equo, affinché la concorrenza venga saldamente mantenuta, ma anche e soprattutto per indirizzare il settore verso produzioni che siano attente alle esigenze di gruppi specifici di consumatori, come i minori.
Partendo proprio dagli spettatori più piccoli, le piattaforme e le emittenti saranno chiamate a introdurre delle misure adeguate per limitare la fruizione di contenuti che incitano alla violenza, all’odio e al terrorismo, con norme specifiche e più restrittive per pornografia e show sensibili. Il Parlamento Europeo ha deciso di provvedere non con dei filtri, che potrebbero limitare le necessità di fruizione di quei consumatori lecitamente interessati a simili contenuti per ragioni anagrafiche, bensì con l’introduzione di strumenti di esclusione e di tool affinché gli stessi spettatori possano segnalare, nel massimo della trasparenza, prodotti non consoni.
Ancora, la legislazione si concentra su pubblicità e product placement, con riferimento particolare alle produzioni destinate ai bambini. Oltre a una diminuzione degli spazi pubblicitari, per i minori dovranno essere assicurare delle misure che impediscano la raccolta dei loro dati personali, affinché queste informazioni non vengano impiegate a scopo commerciale, come il tracciamento, la profilazione e molto altro ancora. In merito alle tempistiche, gli spazi pubblicitari non dovranno superare il 20% del tempo di trasmissione giornaliera dalle 6 alle 18, a cui è aggiunto un ulteriore 20% nel primetime dalle 18 alle 24.
Infine, il 30% dei cataloghi delle piattaforme on demand dovrà essere composto da contenuti europei, per garantire la diversità culturale del settore audiovisivo, e le piattaforme stesse dovranno contribuire investendo in fondi nazionali o in show autoctoni.