Il Parlamento Europeo ha approvato in maniera definitiva il pacchetto telecomunicazioni che prevede alcune disposizioni ben precise. Innanzitutto, fissa un tetto per il costo delle chiamate intra-EU. In secondo luogo, rende possibili le reti 5G per il 2020. Infine, crea un nuovo sistema per le emergenze per gli smartphone, un servizio 112 al contrario. Per quanto concerne i costi delle chiamate intra-EU, con l’approvazione del “Roam Like at Home“, l’Unione Europea aveva messo la parola fine alle tariffe di roaming nel 2017. Quanto approvato adesso fissa il costo delle chiamate intra-UE a 19 centesimi al minuto e a 6 centesimi per gli SMS a partire dal 15 maggio 2019.
Quanto approvato dal Parlamento Europeo, inoltre, va a proteggere meglio gli utenti smartphone, compresi quelli che utilizzano servizi basati sul web come Skype e WhatsApp e rafforza i requisiti di sicurezza, inclusa la crittografia. Inoltre, altro aspetto importante, il nuovo pacchetto di regole introduce il diritto di conservare il proprio numero di telefono fino a un mese dalla rescissione del contratto e il diritto al rimborso del credito prepagato non utilizzato al momento della risoluzione del contratto, nonché un indennizzo in caso di ritardo o abuso nel passaggio a un altro operatore.
In ottica 5G, invece, l’Unione Europea ha deliberato affinché i Paesi membri facilitino l’introduzione del 5G mettendo a disposizione uno spettro adeguato entro il 2020. Regolamento posto in essere per rispettare gli impegni previsti dalla “Roadmap UE 5G” che prevede che almeno una delle principali città di ogni Paese dell’UE sia coperta dalle nuove reti di quinta generazione entro il 2020. La nuova legislazione offre una maggiore prevedibilità degli investimenti e promuove la condivisione dei rischi e dei costi tra gli operatori di telecomunicazioni.
Infine, per quanto riguarda il nuovo sistema di emergenza, questo nuovo servizio prevede che in caso di grave emergenza o catastrofe, i cittadini colpiti potranno essere avvisati tramite SMS o applicazioni mobili. Trattasi di una sorta di servizio 112 al contrario. Gli Stati membri avranno 3 anni e mezzo di tempo per mettere in funzione il sistema dopo l’entrata in vigore della direttiva.