I dati Eurostat non fanno altro che sottolineare per l’ennesima volta lo stato di disagio che l’Italia è costretta a sopportare in tema di connettività. I noti problemi legati all’incumbent ed alla cultura nostrani hanno lasciato l’Italia indietro rispetto alla media EU25 ed ora la restituzione delle rilevazioni statistiche non fa che altro che fotografare cadenzialmente l’evidenza della realtà dei fatti.
E la realtà dei fatti è quella di un paese ove solo 4 case su 10 sono dotate di connessione, dato che diviene particolarmente pesante se confrontato alla media EU25 pari a 52 abitazioni connesse su 100. L’Italia si mette alle spalle ben pochi paesi tra i più industrializzati e sorride appena di più nel momento in cui la media per il settore business è di 92 connessioni ogni 100 aziende su un trend statistico di 94 su 100.
I dati assumono contorni ancor più pesanti in tema di broadband: solo 16 abitazioni su 100 ne sono dotate (il dato riflette tanto la mancata copertura di gran parte del territorio quanto una atavica lontananza culturale dal mezzo informatico) ed a livello aziendale solo 70 unità su 100. La media europea è rispettivamente di 32 (esattamente il doppio del dato italiano) e di 75. La Spagna, peggio piazzata dell’Italia in quanto a diffusione della rete nelle case, ribalta la situazione in quanto a broadband, dimostrando quantomeno di aver colto il treno delle applicazioni trainate dalle potenzialità della banda larga.
I dati confermano anche le caratteristiche del navigatore medio italiano: uomo e giovane, tra i 16 ed i 24 anni nel 55% dei casi. Solo 9 ultra 55enni su 100 conoscono il World Wide Web, dato paradossalmente minore rispetto al 30%, al 46% o al 56% registrato in paesi come Germania, Olanda e Svezia.