«Steve Ballmer non è capace di gestire la più grande software house del mondo, ma conserva saldamente il suo posto licenziando qualsiasi manager ambizioso che mette in discussione la sua autorità». Queste parole sono state pronunciate da Joachim Kempin, ex dirigente Microsoft dal 1983 al 2002, che ha scritto un libro sul periodo in cui ha lavorato per l’azienda di Redmond. Per tornare nuovamente in gioco, Microsoft avrebbe bisogno di un cambiamento nel management.
Kempin è stato vice presidente senior della divisione vendite dei software Windows e ha abbandonato Redmond durante l’indagine antitrust, effettuata dalle autorità statunitensi, sulle pratiche commerciali “aggressive” condotte nei confronti dei produttori di PC. L’ex dirigente afferma che, nel corso degli anni, Steve Ballmer ha licenziato tutti i possibili candidati alla poltrona di CEO. Il primo a farne le spese è stato Richard Belluzzo, noto per aver lanciato la Xbox, che ha lasciato l’azienda dopo soli 14 mesi.
L’elenco dei silurati da Ballmer è lungo e comprende Stephen Elop, Kevin Johnson, Ray Ozzie e Steven Sinofsky, presidente della divisione Windows, che ha lasciato Microsoft a metà novembre 2012, ufficialmente per motivi personali. Sinofsky era da tutti considerato il candidato numero uno per il posto di CEO. Kempin ha discusso con Ballmer della sua gestione, ma nulla è cambiato.
Steve è un uomo d’affari in gamba, ma lui è un COO (Chief Operating Officer) non un CEO. Io rispetto Ballmer, ma ci sono alcuni limiti in quello che può e non può fare.
Sotto la guida di Ballmer, Microsoft è entrata in ritardo nel settore mobile, cedendo la leadership ad Apple e ad altre aziende. Kempin afferma nel suo libro che Ballmer non ha saputo sfruttare le opportunità che ha avuto e ora cerca di imitare Apple con il Surface RT e il Surface Pro, suscitando tra l’altro anche l’ira dei suoi partner.
Steve Ballmer è un ottimo CEO? Non penso. Il consiglio di amministrazione Microsoft è un’anatra zoppa, lo è sempre stato. Assumono persone per aiutarli a gestire la società, ma non per guidarla. Questo è il problema. Hanno bisogno di qualcuno con 35-40 anni di età, una persona più giovane che capisca la generazione di Facebook e la community mobile. Non hanno bisogno di questo tipo con un look aggressivo che annuncia la prossima versione di Windows e pensa di ottenere profitti con quella.