Dietro gli occhi azzurri di Brad Greenspan si nasconde il dente avvelenato di un Davide pronto a sfidare il suo Golia: colui che ha contribuito ai primi passi di MySpace, infatti, è pronto a sfidare sul piano legale la News Corp. di Rupert Murdoch, gruppo che ha rilevato il social network e ne ha visti lievitare (non senza una certa sorpresa) i numeri giorno dopo giorno.
Il dente avvelenato di Brad Greenspan ha origini ben precise: Brad ha lasciato MySpace prima della cessione per fondare la propria LiveUniverse, azienda che in seguito controllerà nomi quali Stickam.com e Vidilife.com (un simil-YouTube). L’accusa contro MySpace è quella di vietare l’uso degli url Stickam e Vidilife all’interno dei profili utente della community. Questo atto di censura, secondo Greenspan, limita pesantemente la concorrenza e va contro i principi di apertura che avevano invece animato la nascita di MySpace.
Greenspan si spinge oltre chiedendosi quando fonti quali CNN o ABCNews verranno fatte vittime di ostracismo solo per essere rivali di Fox News, altro gruppo in mano a Murdoch. YouTube ha rischiato simile trattamento, ma il tutto sembra essere nell’ottica di una trattativa sottesa a trovare un punto di equilibrio tra competizione e collaborazione nel rapporto tra le parti. Da MySpace giunge secca la risposta alle accuse: «MySpace blocca generalmente link verso siti web esterni per 3 ragioni: contenuti per adulti, infrazione di copyright e rischi per la sicurezza». Accuse rimandate al mittente, appuntamento presso la Corte Distrettuale di Los Angeles.
Sulla homepage di Vidlife si segnalano in queste ore video che affrontano ironicamente il problema illustrando lo sconcerto di quanti, fieri titolari di un proprio account su MySpace, si trovano impossibilitati a sfruttare la tecnologia Vidlife per immettere contenuti video nel proprio profilo. Un apposito sito web, nel frattempo, è nato per affrontare i lati oscuri che attorniano MySpace, partendo dai dubbi relativi alla dibattuta acquisizione, fino ai problemi attuali, passando per una nota particolarmente interessante: Brad Greenspan devolverà il 100% dei ricavati da una eventuale vittoria nel caso contro News Corp alle organizzazioni che combattono contro la censura.