Il conto alla rovescia dice che manca ormai soltanto una settimana alla partenza: il 14 marzo parte infatti la prima parte della missione ExoMars. La fase che va ad iniziare è quella che porterà una sonda (TGO, ossia “Trace Gas Orbiter”) nell’orbita di Marte mentre un modulo EDM, già ribattezzato “Schiaparelli” dal nome del noto astronomo piemontese, atterrerà sul pianeta. Il modulo che andrà ad atterrare sulla superficie marziana si porterà appresso la stazione meteo Dreams (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface) ed altra strumentazione utile al monitoraggio dell’atmosfera in attesa di completare l’operazione nella fase successiva.
La seconda fase della missione ExoMars prenderà il via nel maggio del 2018 e l’Italia sarà protagonista: un apposito trapano sviluppato da Tecnomare (controllata Eni) partirà per Marte con l’obiettivo di analizzare più in profondità il terreno alla ricerca di tracce che potrebbero fornire informazioni molto importanti per gli studi sulla storia del pianeta rosso.
Da poche ore i primi moduli sono stati caricati sul veicolo russo Proton, con il quale viaggeranno verso lo spazio. Il lancio è previsto per le ore 10.31 (ora italiana) e sarà possibile seguirlo in diretta streaming attraverso l’apposita Web TV messa a punto dall’Agenzia Spaziale Italiana o a Roma in Piazza del Popolo, ove la spedizione diventerà anche una importante occasione di divulgazione scientifica. La partenza della prima missione ExoMars avverrà presso la base kazaka di Baikoniur.
Nello specifico, la missione indagherà le tracce di vita passata e presente su Marte, la caratterizzazione geochimica del pianeta, la conoscenza dell’ambiente marziano e dei suoi aspetti geofisici e l’identificazione dei possibili rischi per le future missioni umane.
ExoMars: il Trace Gas Orbiter
13 metri cubi di volume, pannelli solari in grado di fornire 2KW di energia, 4 tonnellate di peso comprensive dei 600 Kg destinati a scendere su Marte. Il TGO contempla anche batterie agli ioni di litio in grado di conservare in attività i meccanismi quando Marte si frappone tra l’Orbiter e il sole creando una eclisse che disattiva i pannelli solari.
Il Trace Gas Orbiter graviterà ad una altezza di 400 km dalla superficie di Marte alla ricerca di tracce di gas quali metano, vapore acqueo, acetilene (attraverso sensori italiani), con la possibilità di ottenere misurazioni molto più precise rispetto al passato. I dati ottenuti dal TGO andranno poi completati con le misurazioni in profondità effettuate dal drill in partenza nel 2018: si cercherà di capire se vi possa essere traccia di vita organica attiva, o se vi fosse stata in passato, esplorando tanto l’atmosfera quanto gli strati inferiori del terreno (laddove il sole non ha fatto terra bruciata e dove le tracce del passato possano essersi conservate con maggior possibilità).
La missione che sta per partire ha dunque triplice importanza: in primis v’è per la raccolta dati che va ad iniziare sull’atmosfera marziana; in secondo luogo v’è il servizio di supporto offerto all’atterraggio di Schiaparelli sul suolo marziano; infine v’è l’uso dell’Orbiter nelle vesti di satellite in grado di fare da ponte per le comunicazioni da e verso il pianeta Terra. Quando il drill italiano atterrerà su Marte e inizierà gli scavi, insomma, sarà proprio il Trace Gas Orbiter a veicolarne le informazioni in tempo reale verso la Terra attraverso lo space communication network dell’ESA e una antenna da 2,2 metri di diametro.
Il prossimo 16 ottobre Schiaparelli si staccherà dal TGO per dare il via alla propria missione su Marte ed alla prima fase del progetto ExoMars: fino a quel momento il modulo rimarrà “ibernato", per essere attivato solo a 122 km di altezza dal suolo per controllare le procedure di atterraggio. Si tratterà di un momento che terrà tutta l’Europa con il fiato sospeso poiché per la prima volta un lander sviluppato sul vecchio continente approccerà il pianeta. Il 19 ottobre il TGO raggiungerà l’atmosfera marziana, iniziando la propria orbita attorno al pianeta.
La missione del TGO è stata progettata per una durata di 6 anni, ossia fino al 2022. Entro questa data l’ESA conta evidentemente di aver ottenuto le risposte desiderate per iniziare a progettare la missione successiva su Marte. E chissà, per mettere in archivio un nuovo passo dell’uomo verso il pianeta rosso.