Posticipato di due mesi il lancio della missione ExoMars, da gennaio a marzo 2016. La decisione è stata presa dall’ESA (European Space Agency) e dalla Roscosmos (Russian Federal Space Agency), in seguito all’insorgere di un problema riguardante due sensori integrati nel sistema di propulsione del modulo dimostratore Schiaparelli.
Il lander, dal peso di circa 600 Kg, sarà trasportato su Marte dal TGO (Trace Gas Orbiter), una sonda che entrerà nell’orbita del pianeta rosso dando il via ad una missione della durata complessiva pari a cinque anni, il cui obiettivo è quello di studiare i gas presenti nell’atmosfera. Una seconda fase prevede l’atterraggio del rover che andrà invece ad analizzare il terreno e il sottosuolo (prelevandone alcuni campioni) alla ricerca di indizi che possano aiutare a capire la natura e l’evoluzione dell’ecosistema marziano.
Il distacco del modulo dall’orbiter avverrà tre giorni prima dell’atterraggio, con una velocità di ingresso nell’atmosfera stimata in 21.000 Km/h, per poi decelerare in meno di otto minuti fino a 5 Km/h, ad una distanza di circa due metri dal suolo. Un’operazione delicata, studiata nei minimi dettagli. La scelta di posticipare il lancio risulta perciò più che comprensibile, per far sì che tutto vada per il meglio, come previsto. A parlarne è il project manager Don McCoy.
Una falla nel processo di produzione dei trasduttori di pressione è stato identificato e questo causa preoccupazioni in merito a possibili perdite, rappresentando un grave rischio per il corretto atterraggio su Marte. ESA ha deciso di non accettare il rischio, rimuovendo entrambe le unità dal modulo di atterraggio. Per questo motivo non è possibile mantenere la tempistica di lancio fissata per il gennaio 2016 e si è reso obbligatorio spostarla a marzo. Siamo felici di aver identificato il problema in tempo e siamo al lavoro per procedere al lancio del 14 marzo.
L’aver posticipato l’inizio della missione ExoMars (tra il 14 e il 25 marzo) non causerà comunque ritardi per l’arrivo su Marte, che grazie alle orbite relative della Terra e del pianeta rosso potrà avvenire come previsto nel mese di ottobre.
Al progetto partecipa anche Eni, con la controllata Tecnomare, che in passato si è già occupata di portare la propria tecnologia sulla cometa Rosetta. Il sistema messo a punto servirà in questo caso a perforare il terreno per ricavare dati e informazioni sui campioni raccolti, da inviare poi sulla Terra.