Se non fosse per le ultime sicure parole provenienti dal board Mozilla, il calo di Firefox potrebbe essere visto come circostanziale, quasi naturale dopo la grande crescita che ha portato il browser fino al 15% del mercato. Ma il guanto della sfida lanciato da Steve Jobs e raccolto da John Lilly impone profonde riflessioni circa gli ultimi dati NetApplication relativi al mese di Maggio: per Firefox si registra un brusco stop ed un calo di quasi l’1%.
Il browser con la volpe infuocata si assesta ora al 14.54% del mercato (in Aprile era al 15.42%). A dominare la scena è ancora e sempre Internet Explorer (al 78.67%, +0.64%), mentre Safari sale al 4.82% (dal precedente 4.59%). Seguono Netscape, Opera ed altri browser minori.
Dati NetApplication
I numeri indicano, come aggravante, che Firefox 2 è in calo, dunque la nuova versione non compensa l’emorragia della 1.5. Viceversa IE7 è in forte ascesa e più che compensa il moderato calo registrato da IE6. Il dato è ulteriormente appesantito da quello che potrebbe essere l’esito della nuova release Safari 3.0, ora disponibile per ambiente Windows. Sebbene la beta abbia avuto riscontri imbarazzanti non risolti neppure dalla immediata 3.0.1, il calo di Firefox potrebbe trovare conferma offrendo pericolose conferme ai presagi delle slide del WWDC. John Lilly ha dichiarato esplicitamente che non ci scommetterebbe su e che un mercato nuovamente in duopolio non troverà spazio.
Il duopolio, invece, si conferma a livello di sistemi operativi con i nuovi rampolli che si fanno spazio: Mac OS X sale al 3.95% dal precedente 3.74%; MacIntel sale al 2.51% dal precedente 2.32%; Windows Vista si porta dal 3.02% al 3.89% (confermate, dunque, le indicazioni provenienti da Microsoft per i primi 100 giorni sul mercato). Windows XP rimane leader con l’82% e Windows 2000 si conferma ancora una volta come release irriducibile rimanendo sul 4.31% dei sistemi.
A livello di motori di ricerca Google perde terreno segnando risultati positivi solo nel Regno Unito. A sorpresa, nel giorno in cui il nuovo CEO si insedia a sostituire Terry Semel, è Yahoo a giovarsi del momento guadagnando un punto e mezzo percentuale in un solo mese e tornando così ai livelli di Gennaio.