Il peso specifico di un cattivo esempio può essere infinitamente superiore a quello delle buone iniziative. Ecco perché acquista una fondamentale importanza il non commettere passi falsi quando si hanno gli occhi del mondo intero puntati addosso. L’ultima iniziativa messa in campo dall’organizzazione di Expo 2015 va esattamente nella direzione opposta rispetto alla filosofia professata: se tra i padiglioni della fiera si parla senza sosta di sostenibilità, appena al di fuori si attuano iniziative nettamente in contrapposizione con questo nobile ideale.
Expo 2015, in auto conviene
Il riferimento è a quanto annunciato oggi: raggiungendo Expo in automobile anziché con i mezzi pubblici si ha diritto all’ingresso serale gratis, del valore di 5,00 euro. Nel momento in cui viene scritto questo articolo le esatte modalità dell’offerta non sono ancora state confermate dal sito ufficiale, ma a riportarle è il Corriere. Parcheggiando nell’area di Arese (al costo di 12,50 euro) si ricevono due biglietti gratuiti, mentre lasciando il veicolo a Trenno o Fiera uno soltanto. I tagliandi vanno poi presentati agli sportelli per il ritiro dei ticket da scansionare ai tornelli.
Una trovata che in molti applaudiranno, in particolare coloro che preferiscono muoversi a bordo di mezzi propri piuttosto che optare per metro, treno o tram, ma che in realtà costituisce una sonora sconfitta, per la città di Milano e per l’Expo stesso. Innanzitutto perché stride l’incredibile incoerenza con il concetto di mobilità sostenibile. Su queste stesse pagine, la scorsa settimana, sono state riportate le parole di Giuseppe Sala in occasione del TIM Energy Day 2015. Il commissario ha parlato di come i lavori condotti nell’area prima dell’apertura consentiranno, dopo il 31 ottobre, di pensare ad un suo reimpiego per la costruzione di un campus universitario. Nel corso dell’evento è stato fatto specificatamente un riferimento a quanto ora sia facile raggiungere Rho e a come i cittadini, milanesi e non, ormai sappiano come arrivarci e dove posteggiare.
Una cosa è valutare la questione in un’ottica lungimirante, ben diverso è invece prendere coscienza del fatto che le linee del trasporto pubblico milanese non si stanno rilevando all’altezza del loro compito e quindi spingere i visitatori ad utilizzare il mezzo più inquinante e meno sostenibile tra quelli disponibili: l’automobile. Oltretutto, in cambio di uno sconto e a fronte di una tariffa per il parcheggio tutt’altro che economica. Se l’obiettivo è quello di alleggerire l’afflusso di persone agli ingressi e alle uscite della metropolitana, ci si trova di fronte alla dimostrazione più lampante di quanto l’amministrazione cittadina e quella di Expo abbiano sottovalutato l’entità del problema e non abbiano saputo avere un approccio intelligente al progetto di mobilità da e verso i padiglioni dell’esposizione.
20 milioni di visitatori?
Dall’inizio al termine della fiera sono attesi 20 milioni di visitatori. I primi dati ufficiali parlano di 2,7 milioni di persone accolte dall’1 al 31 maggio. Se la matematica non inganna, la cifra moltiplicata per il numero dei mesi restituisce un valore ben inferiore a quello previsto, di poco sopra i 16 milioni. Lo stesso Sala ne ha parlato, dichiarandosi fiducioso per un maggior afflusso nel corso dell’estate, soprattutto dall’estero. Se ne può dedurre che, o nonostante l’affluenza al di sotto delle aspettative la rete dei trasporti pubblici meneghina stia arrancando, oppure l’iniziativa odierna è stata messa in campo con la sola finalità di aumentare il numero degli ingressi.
Per completezza d’informazione va precisato che in contemporanea è stata annunciata anche una proposta, attuata in collaborazione con INPS, rivolta a pensionati e lavoratori con reddito annuo inferiore ai 10.000 euro. Entrambe le categorie potranno accedere gratuitamente alla fiera durante il mese di agosto, seguendo una procedura online disponibile a partire dal 15 luglio.
Non proprio una Digital Smart City
Nella gestione della viabilità e della mobilità intorno a Expo qualcosa non va e, per capirlo, non sono necessarie iniziative come quella messa in campo oggi. Un esempio: per partecipare ad un evento della scorsa settimana ci siamo presentati alla porta Ovest Triulza, arrivando in modo comodo e puntuale da San Donato alla fermata Rho Fieramilano della linea M1 (senza notare alcuna ressa ai tornelli della metropolitana), pagando i 2,50 euro del biglietto extraurbano. Gli accrediti per l’ingresso erano però fermi all’altra entrata, quella Est Roserio. Distanza totale: circa 1,8 Km, un tratto percorribile senza troppi problemi camminando. Purtroppo non c’è modo di passare a piedi da un capo all’altro dell’esposizione per vie esterne. È necessario prendere altri due mezzi: il treno fino a Milano Certosa e poi la linea 19 del tram scendendo al capolinea. Una volta lì, bisogna superare a piedi un cavalcavia e dopo una mezz’ora abbondante si è finalmente arrivati.
Pochi giorni fa si è parlato di ciò che funziona in Expo 2015 e di come alcuni progetti possano essere promossi a modello per lo sviluppo di tecnologie da applicare alle digital smart city di domani. È però altrettanto doveroso segnalare ciò che non va, portare alla luce i passi falsi e analizzarli da un punto di vista critico. Perché con gli occhi del mondo puntati addosso, Expo non può permettersi di dare l’ennesimo cattivo esempio.