Google ha reso pubblici alcuni risultati dei propri esperimenti di eye-tracking, cioè gli studi che indagano cosa l’utente guardi per primo in una pagina e per quanto tempo, il tutto seguendo il tracciato dei movimenti degli occhi.
I risultati non sono in linea di massima particolarmente sorprendenti: gli utenti guardano per primi i risultati che sono più in cima e via via sempre meno e con più rapidità quelli sul fondo. Ciò che invece da Mountain View ritengono un’applicazione virtuosa di tale tipo di ricerca sono per esempio gli studi relativi ad Universal Search, cioè alla nuova modalità con cui il motore dispone dei risultati misti (immagini, video e testo) in una stessa pagina.
Il timore del grande motore di ricerca era che inserendo immagini e video assieme al testo si sarebbe alterata l’attenzione dell’utente verso direzioni poco utili e proficue. In realtà ciò che è emerso è che inserire piccole immagini tra i risultati non ha un’influenza significativa su ciò che viene guardato. La velocità con la quale si procede lungo la pagina infatti è tale che, secondo Google, la maggior parte delle decisioni su cosa cliccare avviene a livello inconscio.
Gli studi non si fermano però solo ai risultati delle ricerche: Google sta spostando la propria attenzione anche su Google News o Image Search per comprendere meglio come la presenza forte di immagini influenzi la “lettura” ottica che gli utenti fanno delle pagine.
In molti tuttavia hanno notato come nei video e nelle immagini che Google ha pubblicato sul suo blog per spiegare gli studi di eye-tracking manchino del tutto le pubblicità. Non è infatti menzionato quanto e come gli utenti guardino gli AdSense nelle pagine dei risultati, un argomento di cui ci si occupò già tre anni or sono in occasione di una delle prime pubblicazioni Google sull’argomento.
Di seguito il video pubblicato da Google per evidenziare i risultati della ricerca effettuata: più i pallini rossi sono grandi, più lo sguardo degli utenti si è soffermato: