Su Wired è stato pubblicato recentemente un articolo che trovo piuttosto interessante in cui viene affrontato il tema del così detto “instapreuner“, neologismo che potremmo trasporre in “imprenditore istantaneo”.
In sintesi l’intervento prende le mosse da un costruttore di mobili, tale Jeffrey Wegesin, che ha realizzato e venduto i propri prodotti semplicemente aprendo un account su Ponoko.
Su tale sito gli utenti registrati (circa 5.000 attualmente) possono presentare i disegni di oggetti di loro creazione, nel caso specifico mobili e gioielli, per poi farli realizzare dalle strutture di proprietà di Ponoko e quindi venderli.
Il fatto in sé non costituisce una novità rilevante dato che esistono già da diverso tempo molti servizi web come Zazzle, Cafepress o Threadless che offrono la possibilità di crearsi T?Shirt personalizzate in base ai propri disegni e quindi, una volta prodotte, venderle sullo stesso sito.
Il punto però è che si assiste in questo periodo ad una crescita della domanda a cui cominciano ad interessarsi anche i grossi player e ad un ampliamento dell’offerta.
Quanto al primo aspetto viene citato il caso del sito londinese StyleShake che avrebbe ricevuto 25.000 disegni di abiti da realizzare nei suoi primi tre mesi di vita, mentre Threadless ospita circa 500.000 negozi individuali di T-Shirt.
La Disney, data l’oggettiva agilità operativa del sistema e nell’ottica di svincolarsi dalle scelte dei grandi retailer, ha instaurato una collaborazione con Zazzle uploadando 3.500 dei propri disegni che nel giro di due giorni erano prodotti finiti pronti per essere venduti.
Per ciò che riguarda invece l’ampliamento dell’offerta oltre agli ambiti dell’arredamento, dei gioielli e dell’abbigliamento, si possono menzionare l’editoria (ad es. Lulu, Blurb), la musica e il mercato dei DVD a cui ho accennato anche in un altro post.
Credo che a livello di riflessione generale sia interessante cogliere questa tendenza che potrebbe coinvolgere molti settori ed avere significativi sviluppi in futuro sotto diversi punti di vista. Dal lato delle grandi imprese stiamo già assistendo ad un aumento del grado di customizzazione offerta ai clienti. Dal lato degli utenti mi sembra si possa parlare di un notevole abbattimento delle barriere all’ingresso in settori che tradizionalmente richiedono ingenti investimenti.
Chiudendo con una battuta, la rete sta portando i media tradizionali a confrontarsi e competere, talvolta con notevoli difficoltà, con quelli che vengono definiti gli “user generated content” sviluppati da una moltitudine di “prosumer“. È possibile che si assista a qualche cosa di analogo in molti altri settori coinvolti nella vendita al dettaglio che potrebbero, dati gli sviluppi tecnologici, vedere l’ingresso di “user generated object“.