«Nel 2013 abbiamo connesso oltre un miliardo di persone e siamo diventati una compagnia mobile. Entriamo nel 2013 con un buon momento e continueremo ad investire per raggiungere il nostro obiettivo e diventare un gruppo più forte e di maggior valore»: con queste parole Mark Zuckerberg ha presentato i dati trimestrali di Facebook, fotografando così la situazione di un gruppo nel quale il numero degli utenti medi attivi nel mese è stato superiore al miliardo di unità (1,06 miliardi).
Rispetto alla fine del 2011, la fine del 2012 ha visto un aumento degli utenti medi mensili pari al 25%, con un accento superiore per quanto concernente la mobilità: 680 milioni di utenti al mese, in crescita del 57% anno su anno. Quest’ultimo dato è estremamente significativo poiché, per la prima volta, l’utenza che si collega a Facebook da mobile è giunta a superare i numeri dell’utenza che si collega da desktop: un dato per molti versi storico, conseguenza tanto di uno spostamento naturale delle abitudini dell’utenza, quanto del maggiorato impegno Facebook nello sposare con nuove app i gusti dell’immensa community.
E tutto ciò, infine, si traduce in moneta: complessivamente Facebook ha incassato 1,585 miliardi di dollari rispetto ai 1,131 dell’anno precedente: il ramo mobile pesa per il 25%, cifra cresciuta rispetto al 14% del 2011, ma cifra che ancora non sembra poter soddisfare le ambizioni di Zuckerberg. Nonostante la crescita registrata, gli analisti si aspettavano infatti qualcosa di più e nelle trattative after-hour il titolo FB è così slittato di circa 3 punti percentuali al ribasso.
L’advertising pesa ancora per ben l’84% delle entrate (1,33 miliardi), con una crescita complessiva pari al 43% rispetto al 2011. Il resto delle voci attive è costituito da pagamenti di varia forma, per un totale di 256 milioni di dollari. L’azienda siede ad oggi su oltre 9 miliardi di dollari cash, riserva utile per gli investimenti futuri e per finanziare la continua evoluzione con cui Facebook sta premendo per far maturare il proprio business. Le spese sembrano infatti essere oggi la voce più significativa del bilancio: i margini operativi si sono ridotti e l’azienda, per premere forte sull’innovazione e sugli acquisti che ne hanno esteso il perimetro, si è trovata costretta a mettere più volte mano al portafogli. Ne consegue così una serie di voci passive che vanno a deprimere il risultato netto complessivo, preoccupando la Borsa e portando così le azioni a rispondere negativamente alla comunicazione trimestrale.
Le azioni Facebook, quotate nel 2012 al di sopra dei 35 dollari, sono scese fino ad un minimo di 20 dollari e valgono oggi poco più di 30 dollari.