Entro il mese di agosto Facebook potrebbe essere un contenitore animato da una community da 1 miliardo di utenti. Risulta essere questa la stima iCrossing, basata su di un ragionamento sufficientemente semplice ed al tempo stesso coraggioso: se si ripeteranno nei prossimi mesi le medesime condizioni dei mesi passati, e proiettando pertanto la crescita attuale del social network anche al futuro prossimo, allora Facebook raggiungerà quota un miliardo entro l’estate.
Il ragionamento è semplicistico poiché semplicemente ribalta al futuro quelle che sono le condizioni del passato, senza considerare (non per dolo, ma per impossibilità di prevedere il futuro) gli ostacoli che potrebbero frapporsi sulla strada del network. Occorre infatti anzitutto notare come la crescita non possa essere infinita e che in taluni mercati le potenzialità sono ormai esaurite; al tempo stesso in altri mercati Facebook è appena entrato ed ancora deve esprimere le proprie capacità, il che compensa i rischi e consente di delineare una linea teorica che proietta esattamente la stima composta da iCrossing.
Occorre tuttavia sottolineare come i dati iCrossing siano basati su semplici stime, la cui aderenza alla realtà potrebbe essere del tutto vaga. Raffrontando i dati con quelli dell’Osservatorio Facebook di Vincenzo Cosenza, infatti, si nota una discrasia importante sulle quantificazioni, tanto che in Italia i dati iCrossing perdono per strada ben 3 milioni di utenti abituali del network (il che, proiettato sulla scala delle previsioni, significa uno slittamento potenziale di quota 1 miliardo di qualche mese). Nella fattispecie iCrossing indica per il nostro paese una community odierna da 18 milioni di utenti, la cui età media è pari a 30 anni.
La matematica, insomma, è in questo caso soprattutto un’opinione. Rimane al momento la certezza di un network che ha occupato un monopolio naturale e che intende difenderlo andando ad esaurire tutto il potenziale disponibile in tutto il mondo. Twitter e Google+, per crescere, devono trovare oggi vie alternative perché la sfida frontale a Facebook è in questa fase del tutto improbabile.