Facebook ha consegnato alla Security and Exchance Commission (SEC) la documentazione necessaria per richiedere la quotazione pubblica sul mercato azionario. Il documento raccoglie tutti i dati necessari per valutare il social network e soppesarne le caratteristiche in vista di un possibile investimento. Il gruppo chiede di essere quotato o sul listino Nasdaq o sul NYSE.
Così come previsto, il collocamento prevede una raccolta pari a 5 miliardi di dollari, cifra abnorme per un gruppo nato soltanto pochi anni or sono, ma allo stesso tempo una cifra proporzionata all’enorme potenziale che il social network ha già saputo esprimere sul mercato.
Facebook si presenta alla SEC snocciolando una serie di numeri impressionanti circa quella che è oggi la dimensione del gruppo. Quel che emerge è il quadro di una community estremamente numerosa ed attiva, un fenomeno senza precedenti sul Web tanto in termini di estensione, quanto nel lavoro continuo di interazione e coinvolgimento che gli utenti vanno a tessere con rapporti, commenti, amicizie e “mi piace”. Il tutto riassumibile anzitutto con una serie di dati macroscopici in grado di delineare con buona approssimazione cosa sia, oggi, Facebook:
- 845 milioni di utenti attivi ogni mese, in aumento del 39% rispetto al 31 dicembre 2010
- 483 milioni di utenti attivi a cadenza quotidiana, in aumento de 48% rispetto all’anno precedente
- 425 milioni di utenti che accedono a Facebook in mobilità
- 100 miliardi di connessioni tra amici
- 2,7 miliardi di “mi piace” e commenti ogni singolo giorno durante l’ultimo trimestre del 2011
- 250 milioni di foto caricate ogni singolo giorno durante l’ultimo trimestre del 2011
Ai numeri “strutturali” si aggiungono inoltre le cifre di bilancio del gruppo, quelle che più di ogni altro arriveranno sotto la lente di ingrandimento degli analisti di Wall Street. Facebook ha incassato nel 2011 un totale di 3,71 miliardi di dollari, in forte aumento sia rispetto al 2010 (1,97 miliardi), sia rispetto al 2009 (777 miliardi). L’85% delle entrate deriva dagli annunci pubblicitari, motivo per cui il gruppo indica tra i possibili fattori di rischio eventuali perdite di inserzionisti, attacchi in grado di rovinare la reputazione del servizio e tutto quel che può gravare su di un bilancio ad oggi ancora troppo poco differenziato (ma su questo aspetto il gruppo lavora duro ormai da mesi).
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