È destinata a far discutere la decisione presa nei giorni scorsi dai vertici della Regione Friuli Venezia Giulia, in merito al divieto di accedere a Facebook per i propri dipendenti.
A pronunciarsi è stata la Direzione del Personale, nella persona di Elio De Anna, preoccupato per l’eccessivo tempo speso sul celebre portale di social network dai computer delle postazioni di lavoro pubbliche.
Una scelta comprensibile o meno, a seconda dei punti di vista, ma che di certo cozza con quanto verificatosi nel dicembre scorso tra i banchi dei palazzi romani del Parlamento.
Allora fu Matteo Salvini, 35enne deputato milanese, a dar voce per primo al binomio “Politica-Facebook”, in seguito alla chiusura del proprio account senza una plausibile motivazione.
Il parlamentare si ribellò alla decisione, arrivando addirittura ad interpellare il Ministero delle Comunicazioni per avere chiarimenti in merito e riottenere l’accesso al proprio profilo.
Tuttavia va specificato che qualunque sia il filtro che la Regione Friuli Venezia Giulia intende adottare per vietare l’accesso a Facebook, a chi proprio non potrà fare a meno di monitorare l’attività dei propri amici, sarà sufficiente qualche piccola modifica al file hosts (presente nella cartella C:WindowsSystem32DriversEtc), alla gestione dei DNS, o ancora, basterà un salto su uno dei numerosi servizi Web proxy presenti in rete.