Facebook potrebbe avere una importante occasione di fronte a sé: distribuire, una volta per tutte, il proprio browser. Una mossa del genere è già stata ipotizzata da tempo, ma partire da zero è impresa improbabile e nessun pezzo forte era sul mercato per una eventuale acquisizione. Qualcosa, però, potrebbe ora essere cambiato e Facebook potrebbe ora finalmente ambire ad entrare da protagonista nel mercato dei browser. A modo proprio, tramite una acquisizione, e guardando comunque ad uno degli attori che ha dimostrato maggior qualità negli ultimi anni: Opera.
Non tutti conoscono il browser Opera, ma chi ne ha seguita la storia ben sa quanto il team Opera Software abbia contribuito alla crescita degli strumenti di navigazione. Molte delle innovazioni utilizzate dai browser principali sul mercato, infatti, derivano da Opera ed il nome si è scavato una nicchia importante anche e soprattutto nel mondo mobile. Per questo Facebook guarda da tempo ad Opera: per la qualità del prodotto, per il valore ridotto (la penetrazione sul mercato è estremamente bassa), per il potenziale di crescita. Soltanto in queste ore il gruppo ha comunicato di aver raggiunto il traguardo dei 300 milioni di utenti e di voler puntare con sempre maggior decisione al WebKit engine per il proprio futuro.
Quel che è cambiato rispetto al passato è l’abbassamento di una fondamentale barriera all’ingresso: Jon von Tetzchner, fondatore del gruppo, non ha mai aperto alcuno spiraglio ad una possibile cessione. La sua presenza, insomma, era l’ostacolo che difendeva l’azienda da ambizioni terze e ne tutelava l’autonomo sviluppo. Nel momento in cui lo stesso von Tetzchner dimezza la propria quota di proprietà, però, improvvisamente sembra aprirsi una possibilità: oggi il fondatore è passato dal 10 al 5% della proprietà e la scalata al gruppo non sembra dunque più impresa impossibile. Cade il muro più difficile da abbattere, si defila uno degli ostacoli più difficili da aggirare.
Facebook non avrebbe probabilmente alcuna intenzione particolare in caso di acquisizione: sfidare Internet Explorer, Firefox o Chrome non avrebbe particolare significato ad oggi. Molto più importante sarebbe invece poter dar vita ad uno strumento di navigazione in grado di basare tutto sull’account degli utenti, raccogliendo dati ulteriori dalle loro abitudini di navigazione, tracciandone gli spostamenti online e scavando ulteriormente nelle singole personalità. Avere in mano Opera significherebbe per Mark Zuckerberg avere altresì a disposizione un importante strumento mobile, riuscendo a portare Facebook anche su smartphone di minor caratura e puntando a conquistare anche l’utenza in paesi più difficili da raggiungere (ove il mobile è arrivato prima e meglio del Web via desktop).
Ipotesi era ed ipotesi rimane. Tuttavia il passo indietro di Jon von Tetzchner non sembra privo di significato: qualcosa potrebbe accadere. E se qualcosa accadrà, probabilmente Facebook sarà in prima fila. Il CEO Opera Lars Boilesen, del resto, sembra aprire indirettamente proprio in queste ore a qualunque ipotesi: «Opera è per la gente che apprezza la possibilità di scelta e noi renderemo sempre più semplice la scelta di Opera in futuro». Come? Qualcuno sembra leggere la risposta a questa domanda proprio nella cessione azionaria di Jon von Tetzchner.