Il social network più grande del mondo non vuole più soltanto essere un luogo di scambi di contenuti, vuole andare al sodo e dedicarsi al denaro, e non soltanto virtuale. L’indiscrezione viene dal Financial Times e racconta che Facebook otterrà entro poche settimane in Irlanda l’approvazione regolamentare per l’Europa di un servizio che permetterà ai suoi utenti di depositare denaro e usarlo per scambiarlo e pagare.
Il giornale finanziario ha raccontato, tramite le sue fonti londinesi, che Big F ha già contattato almeno tre startup che offrono servizi di trasferimento di denaro online e via smartphone: TransferWise, Moni e Azimo. L’obiettivo è trovare la soluzione giusta per tenere assieme in modo coerente ed efficiente le strategie di emoney riguardo alle remittances, gli stessi fenomeni di scambio e trasferimento di denaro sul quale ha posato le sue attenzioni anche Vodafone. In più, nel caso di Facebook, oltre all’ambizione di diventare una utility per i paesi in via di sviluppo c’è l’intenzione chiara e tonda di sfidare il sistema bancario permettendo la creazione di un conto corrente e versamenti fuori dall’ecosistema social, nel mondo reale. Nulla a che vedere con il flop di Facebook Credits.
Le licence emoney
Prima Vodafone, ora Facebook. Google ha già annunciato di voler espandere le possibilità di pagamento attraverso i suoi smartphone e il wallet, WhatsApp ha già detto di voler entrare nel mercato. Le licenze di emoney potrebbero diventare la nuova mania delle web company in Europa, dove sono più facili rispetto agli Usa perché il vecchio continente ha norme già coerenti tra gli stati membri e una più forte migrazione interna grazie a Schengen. Questo squilibrio tra piccoli risparmiatori in paesi più ricchi e famiglie in attesa del trasferimento di denaro in paesi meno ricchi ha creato il presupposto per un flusso di denaro sul quale le banche hanno prosperato anche troppo tempo in regime di monopolio.
Per non parlare del fatto che Facebook ha superato ormai quota cento milioni di utenti in paesi come l’India, è penetrato fortemente nel continente africano, aree del mondo che hanno economie di sviluppo molto diverse, spesso legate a microcrediti, e dove più diffusi gli smartphone e la tecnologia di consumo degli istituti di credito. Ovvio quindi l’interesse affinché sia possibile trasferire il proprio denaro utilizzando un sistema nato senza confini come un social network, usando uno smartphone, consumando poca energia elettrica e non dovendosi spostare per molti chilometri.
Tutto sta a vedere se le persone si fideranno e quali saranno le commissioni per gli utenti.