Grandi potenzialità, grandi promesse, grande presenza sui media. Ma quando si leggono i numeri, la storia di Twitter sembra cambiare parzialmente di tono. E l’immagine è quella di un uccellino più magro di quanto non appaia nella cronaca di tutti i giorni, con una grande community piena di curiosità che ad oggi fatica però a produrre contenuti in massa.
Una scatola preziosa, ma parzialmente vuota. Ed un quadro generale da considerare nelle sue caratteristiche peculiari di network a 140 caratteri fatto di hashtag e retweet, VIP e follower, liste e breaking news.
I dati sono quelli di una ricerca francese firmata Semiocast: il report è basato sull’analisi di 383 milioni di profili provenienti da tutto il mondo e creati prima del 1 gennaio 2012.
Gli Stati Uniti sono innegabilmente il paese più rappresentato sul social network a 140 caratteri con oltre 100 milioni di account ed una rappresentanza pari al 28,1% dell’intera community Twitter. Seguono Brasile (33,3 milioni), Giappone (29,9 milioni), Regno Unito ed Indonesia. La Spagna è il primo paese europeo (in nona posizione) e nella top 20 è accompagnato da Francia, Olanda e Germania. L’Olanda ha però una caratteristica peculiare poiché si dimostra il paese in assoluto più attivo a livello mondiale con un 33% di tutto rispetto; seguono il Giappone (30%) e la Spagna (29%).
La situazione dell’Italia è stata proposta da Vincenzo Cosenza sulla base delle indicazioni provenienti dalla Semiocast:
gli italiani iscritti risultano essere 4,1 milioni (22esimo posto), mentre a gennaio 2011 erano 1,7 milioni. Tra settembre e novembre il 48% (1,97 milioni) si sarebbe connesso, ma solo il 25% (1,03 milioni) avrebbe postato almeno un tweet
In media soltanto il 27% degli utenti Twitter ha caricato almeno un tweet tra il 1 settembre ed il 30 novembre 2011. Se si considera il numero degli utenti che caricano contenuti in automatico, il numero degli utenti attivi sembra poter essere ancor minore, il che costringe a rivedere in buona parte i rapporti di forza tra il modo in cui Twitter appare ed i numeri che nella realtà produce.
Nel momento in cui Facebook sta per sbarcare in borsa ed il peso delle singole valutazioni si fa sempre più importante, anche Twitter deve fare i conti con la matematica. La quale ad oggi indica un dato preciso: sulla base dei dati Semiocast, nella migliore delle ipotesi soltanto un utente su tre è realmente attivo su Facebook. Il che restituisce ad oggi un rapporto di forza tra Facebook e Twitter pari a 8:1 (poco più di 800 milioni di utenti attivi contro poco più di 100 milioni).