Potrebbe ormai essere soltanto questione di giorni e poi Facebook, il principale social network al mondo, potrebbe essere uno dei nuovi tasselli dello scacchiere di Wall Street (ove sarà contrassegnato con la sigla FB). Facebook, la community da 800 milioni di persone (in crescita) potrebbe essere quotato per un controvalore di 100 miliardi di dollari. E la domanda scoccherà spontanea contestualmente all’annuncio dell’IPO: catastrofica bolla o immensa opportunità?
Argomentazioni varie possono sostenere in modo convincente l’una o l’altra tesi, ma la domanda andrà posta ad ogni singolo che possa avere un piccolo capitale in mano e sia interessato ad investire: scommettere su Facebook è oggi una occasione interessante oppure è meglio aspettare e girare al largo, affidandosi a BTP o altri strumenti più affidabili?
Da una parte v’è una questione di analisi, dall’altra una questione di fiducia. Perché oggi capire Facebook non è soltanto questione analitica, ma è necessaria anche una fondamentale componente di intuito.
Investire in Facebook: pro
Facebook è nato come network universitario ed in pochi anni ha conquistato letteralmente il mondo. Metà dei navigatori italiani ha un account attivo, a breve saranno 1 miliardo gli account attivi a livello internazionale, la crescita non accenna a rallentare e le potenzialità ancora da esprimere sono ancora molte. Facebook, infatti, ancora può far molto per migliorare i propri introiti pubblicitari, migliorando la qualità delle inserzioni per meglio monetizzare le quantità che già è in grado di offrire agli inserzionisti. Molto si può fare inoltre in termini di partnership, in quanto l’Open Graph ancora deve esprimere al meglio le proprie qualità e la natura onnivora del social network ad oggi ha mosso soltanto i primissimi passi.
In termini di bilancio, insomma, molto può ancora essere sviluppato: oggi Facebook raccoglie denaro quasi esclusivamente dal canale advertising, mentre la vendita di beni virtuali e l’attività sulla applicazioni ad oggi ancora riconsegna soltanto briciole. La miglior strutturazione voluta con le novità annunciate all’ultima f8 Conference, però, apre molte opportunità, le quali vanno però oggi pesate soprattutto in termini potenziali e nulla più.
Ma il valore principale che Facebook è in grado di mettere in campo è l’identità. Nessun servizio quanto Facebook è infatti in grado di identificare univocamente una persona, il che significa poter potenzialmente aprire a tutta una serie di collaborazioni ed attività. L’identità è importante tanto per il tracciamento, quanto per advertising, quanto ancora per i pagamenti online. L’identità è la moneta che Facebook può vendere ed è la moneta che un miliardo di persone offrono ogni giorno a Mark Zuckerberg: l’identità è il legame stretto tra la persona e il suo diario online, un legame fatto di coinvolgimento, condivisioni, attività, commenti e “mi piace”.
Investire in Facebook: contro
La minaccia principale alla crescita del social network è il modo in cui il pubblico avverte il network stesso. Finché rimarrà un leggero ed interessante passatempo, infatti, il dominio non è in pericolo: nel momento in cui soprattutto la tutela della privacy dovesse iniziare ad essere un timore fondato, a quel punto l’intero castello potrebbe crollare. Ma non è soltanto una questione di quantità.
Ad oggi soltanto un utente su 100 interagisce con le aziende di cui è “fan”. Ciò significa che Facebook, pur se dirompente nella sua avanzata, non apporta alcun valore aggiunto in termini di marketing e le considerazioni da fare in tal senso sono ancora molte. Facebook, insomma, oggi non è in grado ancora di esprimere particolare valore aggiunto rispetto ad altri media concorrenti, il che apre ad un duplice interrogativo: quanto potrebbe valere Facebook se migliorasse questi aspetti? E per contro: quanto potrebbe cadere il suo valore se tali potenzialità non saranno sviluppate?
Investire in Facebook: considerazioni
Un social network da 100 miliardi di dollari e da 1 miliardo di utenti valuta ogni singolo utente 100 dollari. Detto questo, però, occorre considerare il fatto che l’utente è un valore aleatorio, poiché da un momento all’altro potrebbe decidere di usare Twitter, passare a Google+ o semplicemente passare altrove il proprio tempo. Una stima di questo tipo richiede pertanto un fortissimo legame tra l’utente ed il suo profilo sul social network, ed al contempo necessita di sempre maggiori canali di monetizzazione attraverso i quali trasformare la community in una macchina da soldi.
Ogni utente vale 100 dollari: un concetto di per sé forte, di per sé semplicistico, ma di per sé utile per concentrare in una sola valutazione spannometrica quel che Wall Street vuol capire: quanto vale Facebook per noi, per capire quanto valiamo noi per Facebook, per arrivare in fine al quanto vale Facebook per la Borsa.
Investire in Facebook: i precedenti
Groupon si è quotato a fine 2011: esordio a 26 dollari, oggi gravita attorno a quota 20 dollari (-25% circa). LinkedIn si è quotato a metà 2011: esordio oltre i 90 dollari, picco a 110 dollari, caduta a 60 dollari a fine anno ed oggi gravita poco sopra i 70 dollari (-20% circa). Google ha fatto storia: esordio a 80 dollari e cavalcata trionfale fino ad oltre 700 dollari. Nessun simil-Facebook, però, ha mai impattato con il mondo di Wall Street.
Il Nasdaq non ha mai pesato un vero social network. Nessun precedente è attendibile ed ogni caso è un caso a sé poiché basato su organizzazione, numeri e fondamentali differenti. Ed il passato è ricco di tutto e il contrario di tutto: gli esempi vanno tenuti in considerazione soltanto per capire in retrospettiva quanto la Borsa spesso monetizzi anzitutto le prospettive, ma sia pronta a bocciare severamente qualsivoglia progetto che non abbia risposto alle promesse.
Investire in Facebook: tu cosa faresti?
Ma questo capitolo non lo possiamo scrivere noi. Tocca a te:
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