La censura torna a colpire il Web: dopo il re dei motori di ricerca Google, cacciato dalla Cina, è la volta del social network Facebook, oscurato prima in Pakistan e ora anche in Bangladesh. I paesi mussulmani non hanno infatti gradito il concorso indetto sul social network per la pubblicazione di vignette satiriche riferite a Maometto.
La vicenda ha scatenato un polverone, non solo per la dichiarata “ferita alla sensibilità del popolo mussulmano”, ma anche perché l’Islam vieta la raffigurazione di qualsiasi immagine del Profeta. Oltre alla pubblicazione delle vignette satiriche, Facebook, o sarebbe meglio dire alcuni suoi utenti, si è reso colpevole, secondo le autorità del Bangladesh, di aver pubblicato immagini caricaturali anche dei dirigenti della nazione.
Una luce nel buio della censura dell’integralismo sembra comunque venire dal Pakistan, dove delle voci chiedono con insistenza di punire il colpevole, non l’intero social network.
Voi che ne pensate? È giusto punire Facebook invece che i colpevoli? E il Web riuscirà a sopravvivere alle tentazioni sempre più pressanti della censura?