Il giudice federale Robert Sweet del distretto di Manhattan ha dato il via libera a due class action contro Facebook riconoscendo che esistono tutti i presupposti per portare avanti queste iniziative legali. In sintesi, due azionisti del social network hanno puntato il dito verso la società rea, secondo loro, di aver nascosto alcuni importanti elementi prima di lanciare l’IPO nel 2012.
In particolare, il social network avrebbe nascosto alcuni dati concernenti i dispositivi mobile agli investitori privati e pubblici che mettevano in discussione le possibilità di crescita e di successo dell’azienda. I due azionisti, dunque, potranno adesso andare avanti con le loro azioni legali raccogliendo lungo il percorso chiunque voglia accodarsi. Facebook dal canto suo giudica senza merito l’iniziativa di queste due persone non condividendo, contestualmente, la decisione del giudice federale. In ogni caso, la palla passa ora alle aule del tribunale se davvero le class action proseguiranno. Da evidenziare, tuttavia, che la storia della quotazione a Wall Street di Facebook è ben nota e documentata.
La società debuttò, il 18 maggio di 3 anni fa, in borsa con le azioni che furono quotate a 38 dollari ma subirono immediatamente un crollo nelle settimane successive proprio a causa dei forti dubbi degli investitori sul successo dell’azienda.
Il resto è, invece, storia recente con il social network che ha saputo trovare la sua strada tanto da diventare una delle aziende più famose e prolifiche dell’era di internet.
Oggi, Facebook è una realtà solida con ampi margini di crescita. Un successo riconosciuto anche dagli investitori, tanto che oggi il titolo viaggia oltre i 100 dollari per azione.