Il team di Monoidics, società specializzata in de-bugging, sarà acquisito da Facebook. Lo hanno annunciato con orgoglio con un post sul loro blog e l’orgoglio si è propagato anche in Italia, paese da cui proviene il loro fondatore, Dino Distefano, quarantenne siciliano trapiantato a Londra. Il loro software che caccia e corregge gli errori di codice ha stregato Mark Zuckerberg.
Gran bel colpo per entrambi: gli asset della società – con sede a Londra e uffici a Seattle e Tokyo – diventano patrimonio del più grande social network del mondo, e il social acquisisce delle competenze che finora erano state appannaggio di diverse compagnie e industrie, soprattutto orientali. Il loro strumento che va a caccia di bug entrerà a far parte del lavoro degli ingegneri di Facebook, ma non a Palo Alto: Philip Su, loro futuro collega, ha spiegato in un post che lavoreranno nella sede di Londra, soprattutto pensando alle applicazioni per smartphone.
Facebook buys Monoidics! We will have 1 Bilion users for our technology!http://t.co/Kxb1r6zo9e
— Monoidics (@Monoidics) July 18, 2013
Monoidics: startup globale dal cervello italiano
Basterebbe vedere come la notizia è riportata da TechCrunch – che parla di una «startup inglese» – per capire come sia del tutto velleitario dare una nazionalità a una startup partendo da uno o più componenti del team. Anche se Dino Distefano e Cristiano Calcagno sono in effetti italiani, la società è stata fondata nel 2009 a Londra insieme a Peter O’Hearn, Bee Lavender e il coreano Hongseak Yang. I due vivevano già a Londra dove svolgevano attività accademica. Ed è qui, forse, che purtroppo emerge una storia molto italiana: DiStefano è arrivato alla Queen Mary University dopo essersene andato dall’università italiana, dove non gli era riuscito di conquistare un posto di dottorato a Pisa.
Perché interessa a Facebook
Secondo lo stesso Zuckerberg, Monoidics «fa il miglior software di analisi di altri software». Facebook sta rilasciando a gran ritmo, per ovvie ragioni di diffusione di queste applicazioni, varie versioni e aggiornamenti per Android e iOS. Ha persino lanciato un beta-tester per Android per consentire agli utenti di migliorare alcune caratteristiche. La concorrenza, la qualità di queste applicazioni e il tempo molto ristretto tra le diverse novità che l’ambiente mobile esige aumentano in modo considerevole la probabilità di rilasciare applicazioni con errori. Ecco perché si è tutelata, con il suo stile da gigante della Rete: comprando i migliori.