Facebook, non si condivide: si fa circolare (up.)

Ripubblica, fai circolare, divulga: su Facebook il termine condividi si sta sostituendo con altre parole. E le parodie sono già numerose.
Facebook, non si condivide: si fa circolare (up.)
Ripubblica, fai circolare, divulga: su Facebook il termine condividi si sta sostituendo con altre parole. E le parodie sono già numerose.

Improvvisamente su Facebook non si condivide più. O meglio, lo si fa ancora, ma con termini differenti. Sotto i post di alcuni utenti e pagine sono comparse diciture alternative come “divulga”, “ripubblica”, “pubblicalo tu”, “fai circolare”. Tra lo sgomento e l’ironia, in Rete è già trend topic.

Questi termini sono anche funzioni differenti? Da quel che si è capito, sembra di no, non completamente. Facebook sta implementando in modo grafico – e per ora gradualmente solo sulla versione desktop – quanto già implementato a livello algoritmico. I bottoni “mi piace” e “condividi” restano importanti (altrimenti non avrebbero certo sprecato tempo a ridisegnarli), però Facebook aveva già annunciato un mese fa che stava lavorando ad algoritmi che potessero interpretare l’emotività e l’azione di un utente a seconda delle sue attività precedenti, facendo comparire opzioni differenti nel post dell’amico o della pagina seguita.

Le ironie

Ovviamente queste bizzarre versioni alternative della condivisione hanno già prodotto una serie di pagine parodia e di versioni ancora più bizzarre, dove al posto di “condividi” un fantomatico Facebook dalla policy più schietta invita gli utenti a cavarsela da soli, a infettare gli amici e si riduce a termini dialettali.

Un esempio di parodia istantanea sorta dopo l'apparizione dei primi termini alternativi a "condividi" su Facebook.

Un esempio di parodia istantanea sorta dopo l’apparizione dei primi termini alternativi a “condividi” su Facebook.

AGGIORNAMENTO – 9 GENNAIO, ORE 18

I bottoni alternativi sono scomparsi. A 24 ore dalla comparsa delle funzioni alternative a “condividi” sembra che Menlo Park abbia registrato le proteste (spesso crudelmente ironiche) sorte in tutto il paese e sia tornato sui suoi passi. In attesa di qualche spiegazione in più da parte di Facebook, la vicenda si chiude com’era iniziata: repentinamente e in uno strano nonsense.

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