Facebook? Confonde gli utenti secondo Sean Parker

Sean Parker parla della struttura di Facebook durante il Web 2.0 Summit di San Francisco.
Facebook? Confonde gli utenti secondo Sean Parker
Sean Parker parla della struttura di Facebook durante il Web 2.0 Summit di San Francisco.

Chi pensa che il problema principale di Facebook sia la sempre attuale questione legata alla privacy si sbaglia di grosso, o almeno è così che la pensa il fondatore di Napster e attuale azionista del social network più popolare del mondo, ovvero Sean Parker, che ha spiegato il proprio punto di vista intervenendo al Web 2.0 Summit 2011 tenutosi a San Francisco.

Tra una dichiarazione e l’altra dei presenti, a stupire è stato proprio il parere di Parker, il quale ha osservato come il vero problema di Facebook potrebbe essere l’enorme quantità di dati che esso propone ai propri utenti, una quantità talmente grande da sommergere chi si avvicina al sito e confondergli le idee. Si tratterebbe di un problema che i vertici del gruppo dovranno risolvere, perché secondo Parker ciò potrebbe spingere gli utenti a preferire altre piattaforme più snelle e meno “assordanti” di Facebook, come il quotatissimo Twitter e l’emergente, seppur con qualche incertezza, Google +.

La ricetta per evitare una fuga di utenti verso altri siti social è quindi quella di offrire agli iscritti tutti gli strumenti necessari per organizzare e filtrare l’enorme mole di informazioni che quotidianamente vengono condivisi nei corridoi virtuali di Facebook, prima che questi si trasformi in un mondo caotico in cui potrebbe essere sempre più arduo districarsi anche per gli utenti più esperti.

Anche se può sembrare paradossale, Facebook, secondo Parker, rischia di essere messo in difficoltà dai fattori che ne hanno decretato il successo, cioè quella enorme vitalità e attaccamento della community che lo ha reso una piattaforma viva, un mondo pulsante e ricco di informazioni più o meno utili ma sufficienti a richiamare utente su utente, in un circolo virtuoso che ha portato il sito a poter contare su milioni di utenti in tutto il pianeta.

Difficile dire se la visione di Parker troverà consensi e se le sue valutazioni siano fondate, quel che è certo è che l’esigenza di una migliore struttura organizzativa delle informazioni su Facebook sta diventando e diventerà sempre più un bisogno primario per consentire al sito di sostenere i suoi ritmi di crescita senza pesare troppo sul pubblico.

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