Mark Zuckerberg ha testimoniato in Senato nella serata di ieri spiegando il suo punto di vista relativo alla scandalo di Cambridge Analytica. Successivamente, il CEO di Facebook è stato chiamato a rispondere a molteplici domande poste dai senatori presenti. Uno dei quesiti più rilevanti a cui Mark ha dovuto rispondere è stato quello relativo ad una “leggenda metropolitana” che gira da anni e che afferma che il social network ascolti in tempo reale le conversazioni delle persone attraverso il microfono degli smartphone.
Questa pratica permetterebbe a Facebook di attuare una pratica di targeting pubblicitario particolarmente efficace. Grazie al senatore Gary Peters questa questione è diventata di pubblico dominio ed è stata risolta una volta per tutte. Mark Zuckerberg ha dunque avuto l’occasione di ribadire pubblicamente che la sua società non effettua in alcun modo questa pratica che ovviamente sarebbe un’aperta violazione alla privacy delle persone. Già in passato il social network aveva smentito questa notizia ma questa “teoria” era continuata a serpeggiare tra gli iscritti. Dunque, Facebook non registra in alcun modo le conversazioni telefoniche degli iscritti per migliorare i suoi annunci pubblicitari.
Non è stata solo questa l’unica domanda a cui il CEO di Facebook ha dovuto rispondere. Tra le più rilevanti poste dai senatori americani si menziona, per esempio, la richiesta su come la piattaforma intenda migliorare gli strumenti di moderazione. Mark Zuckerberg in tutti questi casi ha ribadito che il social network potenzierà lo sviluppo di soluzioni legate all’intelligenza artificiale.
Più senatori hanno chiesto a Zuckerberg se potrebbe prendere in considerazione una versione a pagamento e senza pubblicità di Facebook in futuro. Il CEO di Facebook ha ribadito che esisterà sempre una versione gratuita di Facebook, lasciando, però, intendere che una possibile versione “plus” a pagamento possa non essere da escludersi in futuro.
Molti senatori hanno chiesto anche molteplici informazioni su come funziona esattamente Facebook relativamente alle sue pratiche di raccolta dati e pubblicità.
Infine, tra le domande più significative poste a Zuckerberg c’è stata anche quella relativa al presunto monopolio del social network. Quando il senatore Lindsey Graham ha chiesto al CEO di Facebook di nominare il suo più grande concorrente, Zuckerberg non è stato in grado di farlo. Messo sotto pressione più volte su questo aspetto, Zuckerberg ha dovuto ad un certo punto rispondere se Facebook non fosse arrivato ad essere troppo potente. Mark, con un po’ di esitazione, ha affermato che non gli sembra così ma appare chiaro che i senatori siano preoccupati del crescente peso del social network.
Zuckerberg dovrà oggi affrontare una nuova udienza, questa volta alla Camera e sicuramente emergeranno nuovi particolari.