Non è la cabala, ma è la finanza. Ed a Facebook sta portando numeri tutt’altro che forieri di buona sorte, poiché per la terza giornata consecutiva la fotografia del Nasdaq nei confronti del gruppo di Mark Zuckerberg è estremamente negativa: il prezzo volge ancora una volta al ribasso ed a questo punto la situazione si fa complessa. La speranza degli investitori è che il punto di rimbalzo possa essere ormai vicino e che si possa pertanto presto iniziare a riguadagnare fiducia attorno al titolo.
42 dollari, la cifra dell’esordio. 38 dollari, il prezzo di collocamento. 36 dollari, l’apertura della seconda giornata. 34 dollari, la chiusura della giornata di ieri. 32 dollari, il prezzo verso cui si è diretto il titolo durante le trattative pre-market odierne. 30 dollari, la cifra che il gruppo rischia di sfondare se sarà confermata nelle prossime ore la tendenza al ribasso dei primi minuti di contrattazione. +0.61% il primo giorno (rispetto al prezzo di collocamento, ma rispetto all’apertura la caduta era stata verticale); -10.99% il secondo giorno; -8% dopo pochi minuti al terzo tentativo, per poi ripiegare parzialmente e stabilizzare la caduta verticale registrata ad inizio seduta (confermando comunque l’altissima volatilità delle azioni in questa fase estremamente convulsa).
Dati i numeri attuali, Facebook ha ormai visto andare in fumo un quarto del proprio valore di capitalizzazione, con un prezzo che inizia a farsi ora maggiormente appetibile per coloro i quali intravedevano nel gruppo una possibile opportunità. Chi ha acquistato al di sopra dei 38 dollari, invece, è ora alle prese con un pesante rammarico poiché la fretta, come Warren Buffett aveva previsto, è stata cattiva consigliera.
In tre giorni Facebook ha bruciato circa 25 miliardi di dollari, passando da un valore potenziale pari a 100 miliardi di dollari agli attuali 75. Secondo alcune stime analitiche sul potenziale del gruppo, tale valore è destinato a scendere ancora in virtù della necessità di ricalibrare il valore alle reali potenzialità attuali del social network: se la stessa Morgan Stanley ha rivisto al ribasso le entrate a seguito dello sbilanciamento mobile degli accessi (ed in mobilità la monetizzazione è minore a causa della minore appetibilità delle soluzioni di advertising), per Facebook è venuto il momento di dare qualche risposta agli investitori di Wall Street.
E questa volta per Mark Zuckerberg la felpa potrebbe essere inopportuna, se non altro in considerazione della tempesta che sta circondando il titolo.