Nuovi guai per Facebook in materia di trattamento dei dati. Secondo un report della CNBC, il social network aveva chiesto a diversi importanti ospedali degli Stati Uniti di condividere i dati medici sui loro pazienti in forma anomima. Facebook intendeva associare queste informazioni con i dati dei suoi iscritti per aiutare gli ospedali a capire quali pazienti potevano aver bisogno di cure o trattamenti speciali. La proposta non ha mai superato le fasi di pianificazione ed è stata messa in pausa dopo il recente scandalo di Cambridge Analytica.
Un portavoce di Facebook ha infatti confermato l’interruzione di questo progetto, evidenziando come nessun dato sia mai stato raccolto. Nei dettagli, il piano prevedeva di portare gli ospedali a condividere informazioni mediche anonime, come i problemi di salute, per abbinarle agli account di Facebook resi a loro volata anonimi che sembravano però appartenere a quelle stesse persone. CNBC afferma che Facebook avrebbe potuto determinare, per esempio, che un utente anziano che non disponeva di molti amici, potesse aver bisogno di ricevere maggiore supporto dall’ospedale che avrebbe potuto inviare un infermiere per controllare il suo stato di salute mentre si stava riprendendo da un intervento chirurgico.
Facebook afferma che i dati sarebbero stati utilizzati solo per le ricerche condotte dalla comunità medica. Inizialmente, il focus sarebbe stato solamente sui pazienti affetti da problemi cardiaci. Il progetto avrebbe potuto sollevare nuove preoccupazioni su come Facebook raccoglie e gestisce enormi quantità di dati delle persone.
Il lavoro di trattative di Facebook era stato portato avanti dal cardiologo Freddy Abnousi che lavorava alle dipendenze di Regina Dugan l’ex responsabile di Building 8.
I sistemi sanitari sono notoriamente attenti a condividere le informazioni sulla salute dei pazienti, in parte a causa delle leggi statali e federali sulla privacy dei pazienti che sono progettate per garantire che le informazioni mediche sensibili delle persone non finiscano nelle mani sbagliate.
Per affrontare queste leggi e le preoccupazioni sulla privacy, Facebook aveva proposto di oscurare le informazioni personali identificabili, come i nomi, nei dati condivisi da entrambe le parti.
Tuttavia, la società aveva anche proposto di utilizzare una tecnica crittografica denominata hashing per abbinare le persone che si trovavano in entrambi i set di dati. In questo modo, entrambe le parti sarebbero state in grado di capire quando una serie specifica di dati di Facebook corrispondeva ad una serie specifica di dati dei pazienti.
Essenzialmente, Facebook aveva proposto di raccogliere i dati medici senza il permesso degli utenti e quindi di associarli segretamente ai loro profili. Un progetto che avrebbe rischiato di avere delle evidenti ripercussioni in materia di privacy e di trattamento dei dati.