Mark Zuckerberg e la Morgan Stanley non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali circa quanto accaduto durante i primi giorni in borsa di Facebook, ma dovranno probabilmente dare invece spiegazioni compiute molto presto alle autorità poiché chiamati in causa da una diretta denuncia. La gravità delle accuse è proporzionale alla vastità del crollo delle azioni sul listino, ove soltanto oggi, nella quarta giornata di quotazione, il titolo cerca un rimbalzo che limiti l’incredibile débâcle dell’esordio.
La denuncia è stata depositata presso la Corte Distrettuale di Manhattan ed è stata firmata da alcuni importanti azionisti del gruppo di Palo Alto. L’accusa, nello specifico, è quella di aver cambiato le carte in tavola durante l’IPO, diramando un nuovo outlook sul gruppo nell’immediata vigilia del collocamento (con dati rivisti al ribasso), ma condividendo tali report soltanto con alcuni investitori per via preferenziale. Il fatto che il pubblico non sia stato debitamente informato, insomma, avrebbe generato un grave gap nella conoscenza dei fatti portando alle conseguenze che si sono sperimentate in seguito.
Le parti denuncianti chiedono pertanto risposte precise e risarcimenti per i danni subiti: il titolo FB ha aperto in giornata al rialzo di 3 punti percentuali circa, ma è reduce da una caduta di oltre 20 punti percentuali che ha portato una capitalizzazione potenziale di 100 miliardi di dollari ad una capitalizzazione reale di 67 circa.
E di questo, denunce a parte, qualcuno dovrà giocoforza rispondere.