Divenuto uno degli strumenti più utilizzati dagli utenti di Facebook, il celebre pulsante “Mi Piace” è talvolta motivo di abusi, violando di fatto i termini d’uso del social network di Menlo Park. Quest’ultimo ha deciso dunque di muovere guerra nei confronti di tali abusi, sviluppando un nuovo algoritmo in grado di riconoscere i click non autentici, frutto in alcuni casi di infezioni o frodi, in altri invece di vere e proprie vendite online, con programmi che promettono guadagni in base al numero di click effettuati sul suddetto pulsante.
«Un “Mi Piace” che non proviene da una persona realmente interessata ad una Pagina non fornisce benefici a nessuno» spiega infatti la società fondata da Mark Zuckerberg, sottolineando come tale fenomeno rappresenti un problema sia per il social network che per gli utenti stessi. L’obiettivo dell’azienda è quindi quello di scovare i click fasulli e rimuoverli in maniera automatica, grazie ad un nuovo sistema in grado di riconoscere con maggiore efficienza profili falsi ed altri tentativi di incrementare il numero di persone a cui “piace” una Pagina in maniera impropria.
In media, spiegano dalla California, ad ogni Pagina sarà rimosso circa l’1% degli utenti, con gli amministratori delle stesse che riceveranno un’apposita notifica da parte dell’azienda statunitense. Fine ultimo di questo nuovo giro di vite sui “Mi Piace” abusivi è quello di rendere Facebook maggiormente autentico, facendo emergere le Pagine che hanno guadagnato utenti in maniera lecita e combattendo soprattutto la vendita di click, fenomeno in crescita nel corso degli ultimi anni.
I click fraudolenti, d’altro canto, possono provenire anche da account compromessi ed in tal senso Facebook fornisce una serie di strumenti utili sia a comprendere se il proprio account sia stato compromesso o meno che ad eseguire le misure necessarie a proteggerlo. Il social network di Menlo Park, insomma, continua la propria campagna contro gli abusi dei servizi messi a disposizione, annunciando una vera e propria guerra contro i “Mi Piace” falsi.