Facebook accusata di discriminazione sul lavoro

Il Dipartimento di Giustizia USA ha intentato una causa contro Facebook per assunzioni contrarie alle normative vigenti
Facebook accusata di discriminazione sul lavoro
Il Dipartimento di Giustizia USA ha intentato una causa contro Facebook per assunzioni contrarie alle normative vigenti

Non bastasse l’accusa dell’Antitrust di posizione dominante sul mercato, Facebook deve ora difendersi da nuove accuse da parte delle autorità americane. Stavolta gli strali giungono dal Dipartimento di Giustizia, che ha ravvisato procedimenti di assunzione contrari alle normative vigenti da parte dell’azienda di Mark Zuckerberg. Nello specifico, l’accusa è di “discriminazione dei lavoratori statunitensi qualificati”: durante i colloqui sarebbero stati infatti preferiti i titolari di visti temporanei. La procedura discriminatoria si sarebbe consumata tra il gennaio del 2018 e il settembre del 2019 per l’assegnazione di 2.600 posizioni con uno stipendio medio annuo di 156.000 dollari.

Facebook ha discriminato i lavoratori americani?

Nel comunicato del Dipartimento di Giustizia, si legge espressamente che “Facebook ha intenzionalmente creato un sistema di assunzione in cui negava ai lavoratori statunitensi qualificati un’equa opportunità di conoscere e fare domanda per lavori che Facebook ha invece cercato di canalizzare ai titolari di visti temporanei che Facebook voleva appoggiare per le carte verdi”. Le  “violazioni intenzionali e diffuse della legge” risiederebbero nel fatto che il social network avrebbe sistematicamente avvantaggiato tanti lavoratori sulla base della loro origine extra-Usa. “Se le aziende negano opportunità di lavoro preferendo illegalmente titolari di visti temporanei – si legge ancora nella nota – il Dipartimento di Giustizia li riterrà responsabili. […] Non si può fare preferenze illegali per assumere o prendere in considerazione titolari di visti temporanei rispetto ai lavoratori statunitensi”.

Cosa dice la legge USA sull’immigrazione

La pratica sarebbe stata messa in atto anche attraverso un sistema collaudato che evitava in maniera dolosa l’utilizzo dei canali online. Le offerte di lavoro venivano infatti pubblicizzate solo attraverso posta ordinaria e pare fosse stato dato l’ordine di rifiutare le candidature provenienti da cittadini statunitensi. È per questo motivo che in merito alle posizione a suo tempo aperte siano state registrate 0 candidature da parte di lavoratori USA. La legge sull’immigrazione, però, pur consentendo di assegnare posizioni a titolari di visto provvisorio, prevede che sia data la precedenza ai cittadini americani “qualificati e disponibili”. I legali di Mark Zuckerberg sono già al lavoro per preparare la strategia difensiva.

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