Facebook è stata costretta a cambiare alcune delle sue pratiche pubblicitarie, dopo i ricorsi legali di diverse associazioni e gruppi in difesa dei diritti civili e accuse di discriminazione. Con un post sul blog ufficiale, la COO Sheryl Sandberg ha confermato che d’ora in poi sarà impossibile usare i criteri di età, sesso e codice postale dalle inserzioni pubblicitarie nel campo immobiliare, del lavoro e del credito.
Inoltre Facebook dovrà pagare cinque milioni di dollari per raggiungere l’accordo di archiviazione di diverse denunce arrivate ad esempio dalla Fair Housing Alliance e Communications Workers of America. Per la prima volta il social network, quindi, si accorda per modificare la sua piattaforma pubblicitaria, con l’intenzione di prevenire pratiche discriminatorie nei confronti di una parte degli utenti.
Dopo i continui scandali legati a una gestione non proprio cristallina dell’enorme piattaforma, usata ogni mese da più di 2 miliardi di utenti, Mark Zuckerberg ha annunciato ultimamente l’intenzione di voler puntare sempre più sulla privacy e meno sulla condivisione pubblica. Ora arriva invece l’accordo legale, con la stessa Sandberg che ammette dell’esistenza di una serie di discriminazioni nei settori del credito e del lavoro, sottolineando però come sempre di essere fiera di far parte di Facebook, che offre strumenti di business anche alle piccole imprese.
Una retorica che accompagna sempre le comunicazioni ufficiali da parte del social network, che ora ammette che questi comportamenti dannosi non devono continuare anche sulla piattaforma social. La decisione è però arrivata dopo l’azione legale: tutte le polemiche su targeting delle pubblicità si trascinano dal 2016, quando ProPublica mostrò come era possibile comprare pubblicità in tema housing escludendo determinati gruppi etnici.
Gli inserzionisti che vogliono spendere su Facebook riguardo questi temi avranno quindi un set più piccolo di categorie per il targeting. Infine il social si è impegnato per la creazione di uno strumento che permetterà a tutti negli Stati Uniti di cercare annunci immobiliari che riportino case in vendita, indipendentemente dal fatto che questi annunci siano a loro indirizzati.