I social media come Facebook avrebbero un impatto negativo su quelle persone che hanno problemi di peso e potrebbero indurli verso un aggravamento dei disordini alimentari, grave problema che affligge oggi soprattutto gli adolescenti. È quanto emerge da un nuovo studio condotto dal Center for Eating Disorders di Baltimora.
Prendendo in esame un campione di 600 iscritti a Facebook dell’età compresa fra i 16 e i 40 anni, viene reso noto che più della metà dei partecipanti alla ricerca è maggiormente insoddisfatto del proprio corpo quando guarda le proprie foto e le confronta a quelle dei suoi contatti pubblicate sul social network di Mark Zuckerberg. Il 75% degli utenti viene spinto, in tal modo, a credere che abbia bisogno di dimagrire, e anche il sistema dei commenti non aiuterebbe a migliorare la situazione. Non di rado, infatti, i propri amici esprimono il proprio giudizio sull’estetica di una persona e non si fa altro che rinforzare il falso concetto che più si è magri, più si è belli. Questioni di “mi piace” dati o non dati, apprezzamenti svelati o non svelati, confronti istintivi.
Ha spiegato Steve Crawford, direttore associato presso il Center for Eating Disorders, che oggi si è tanto ossessionati dal proprio peso che la struttura di Facebook starebbe solamente peggiorando la visione che gli utenti hanno del proprio corpo. A suo parere, la piattaforma sociale indurrebbe a far sentire gli utenti più grassi di quanto in realtà non siano, il tutto non tanto sulla base di una responsabilità diretta, quanto piuttosto di una dinamica sociale che il social network non fa che accelerare ed aggravare.
Non è la prima volta che Facebook o altri social network vengono correlati ai disordini alimentari: in passato, infatti, varie ricerche avevano evidenziato problemi simili puntando il dito proprio sulla struttura del canale sociale, che si focalizza non solo sugli aggiornamenti di stato ma anche sugli album di fotografie che gli utenti condividono. La reazione nel paragonare il proprio aspetto fisico con quello degli altri contatti è comune, ovvero si tende a credere che si ha bisogno di dimagrire. E, come spiega Crawford, «questo tipo di pensiero può portare a una dieta dimagrante pericolosa. Per tale motivo, Facebook è un fattore influente nello sviluppo di gravi disturbi del comportamento alimentare».