Nell’era del web 2.0 e dei nativi digitali era ancora accettabile strappare bigliettini di carta attaccati alle bacheche dell’università? Evidentemente no, così Facebook ha lanciato una versione college dei suoi gruppi, che trasforma il social in una tipica bacheca universitaria, con la possibilità di scambiarsi appunti e informazioni.
Groups for School è una derivazione dei gruppi in Facebook: comunità di interesse legati a una pagina aperta agli inviti. In questo caso, però, ci sono implementazioni ideate per gli studenti americani, in particolare una, mai vista finora su Big F: il file sharing.
Groups for schools, infatti, permette agli studenti universitari di scambiare file non protetti da copyright fino alla dimensione di 25 mega. Basterà visitare la home page dell’applicazione e con una semplice ricerca riconoscere la propria scuola, dipartimenti e dormitori. Così da ricreare virtualmente la rete sociale dell’esperienza di studio e di convivenza con gli altri studenti, amici o sconosciuti ma alle prese con le stesse lezioni.
In un certo senso, Facebook così torna alle origini: fu proprio nella sua stanza ad Harvard che Mark Zuckerberg elaborò Facebook, il cui iniziale successo tra i coetanei si basò sul fatto che lo utilizzarono per scoprire chi c’era nello stesso edificio, chi frequentava le stesse lezioni: amicizie indirizzate alla condivisione di contenuti ed esperienze.
La crescita esponenziale e di massa del social ne ha cambiato un po’ i connotati, fino a questa novità potenzialmente molto importante. TechCrunch, ad esempio, immagina che, se dovesse funzionare, per DropBox sarebbero guai.
L’idea di fare di Facebook una bacheca è venuta a Menlo Park dopo che hanno rilevato come molte scuole avevano speso risorse per commissionare a società esterne applicazioni che creassero comunità chiuse all’interno del social. Con Groups for Schools, Facebook garantisce un servizio gratuito e, secondo alcuni sondaggi, potrebbe aiutare davvero gli studenti nei loro compiti.
Almeno per una volta, navigare durante lo studio non sarà solo una perdita di tempo a garanzia di brutti voti.