Il numero di utenti che quotidianamente transita sulle pagine di Facebook è in costante aumento, generando un volume sempre maggiore di informazioni relative alle proprie attività e ai contenuti condivisi. Nei giorni scorsi, i legali al servizio di Mark Zuckerberg hanno depositato, presso lo United States Patent and Trademark Office, un brevetto relativo proprio alla distribuzione di questi dati nel Web, tramite tecnologia Feed. Ovviamente, è subito esplosa la polemica.
Appropriarsi di un qualcosa già rappresenta una pratica comune per milioni di navigatori è, secondo molti, una mossa alquanto scorretta, con l’unico scopo di mettere i bastoni fra le ruote all’evoluzione dei concorrenti.
Twitter, MySpace, Windows Live, LinkedIn, Google Buzz e molte altre piattaforme già da tempo infatti adottano simili procedimenti per consentire agli utenti di diffondere le informazioni relative al proprio profilo e ora, forte del suo nuovo brevetto, Facebook sarebbe in diritto di farne cessare lo sfruttamento.
Negli Stati Uniti alcune associazioni, come la Patent Busting Project, si sono già mobilitate affinché il brevetto in questione venga invalidato. Che questo accada o meno, Facebook dovrebbe forse tenere in considerazione che mosse di questo tipo, destinate ad instaurare una sorta di monopolio, nella maggior parte dei casi non vengono ben accolte dagli utenti, come dimostra l’evoluzione dell’ormai celebre dibattito relativo alla paternità delle tecnologie multitouch da parte di Apple.