Non si ferma l’intervento del Garante per la protezione dei dati personali a tutela dei minori sui social, dopo il tragico caso della bambina di Palermo e il blocco imposto a TikTok. L’Autorità ha infatti disposto che Facebook e la controllata Instagram, forniscano entro 15 giorni una serie di informazioni sulle modalità di iscrizione ai due social, e soprattutto sulle verifiche adottate per controllare l’età degli utenti.
Il Garante vuole capire in particolare “come” e “se” vengono rispettate le condizioni di iscrizione ai due social, in particolare sul rispetto dell’età minima. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dalla stampa, la minore siciliana vittima della cosiddetta Black Out Challenge aveva diversi profili aperti anche su Facebook e Instagram.
Gli inquirenti si chiedono quindi come sia stato possibile per una minore di 10 anni, iscriversi. Il Garante per la Privacy teme in tal senso che l’azienda di Zuckerberg operi come TikTok, accusata già lo scorso dicembre di scarsa attenzione per la tutela dei minori, soprattutto nella facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni.
La risposta di Facebook al provvedimento del Garante
La replica dell’azienda di Mountain View, che sostiene di aver sempre adempiuto agli impegni presi con il Garante della privacy per rendere conforme il trattamento dei dati degli utenti alla normativa italiana, non si è fatta attendere ed è stata affidata a un comunicato stampa:
In questo tragico momento, le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia della bambina. Sicurezza e privacy sono le più grandi priorità per Facebook e Instagram. Collaboreremo pienamente con l’Autorità Garante per la privacy.”
In attesa di riscontri, sperando che quella di Facebook non si riveli la classica risposta informale, l’Autorità annuncia che la verifica sarà estesa anche agli altri social, in particolare riguardo alle modalità di accesso alle piattaforme da parte dei minori.