Se improvvisamente ci si trova la bacheca di Facebook invasa dai cartoon non c’è da stupirsi. Se ci si trova ad aver stretto amicizia con Candy Candy, l’Uomo Tigre, Ken il Guerriero, Memole e Kimba il Leone bianco senza accorgersene non c’è da spaventarsi. Il fenomeno sembra aver preso piede con forza, ma è destinato a spegnersi entro pochi giorni. Chiudendo una parentesi curiosa, simpatica e virale. Di per sé, nel suo piccolo, anche significativa.
Il messaggio ha iniziato a girare da un po’ sul network: «Dal 15 al 20 novembre cambia la foto del tuo profilo di Facebook con quella di un eroe dei cartoni animati della tua infanzia e invita i tuoi amicia fare lo stesso… lo scopo? Per una settimana non vedremo una sola faccia “vera” su Facebook ma un’invasione di ricordi d’infanzia…». L’idea nasce da un “evento pubblico” organizzato da Alessandro Donald Schultz Loi: «FORZA… RAGAZZI!!!voglio proprio vedere cosa mettete…». Il passaparola ha modificato la data finale anticipando la fine dell’iniziativa, ma la sua forza è rimasta immutata: 1800 persone hanno certificato la propria partecipazione, ben di più hanno messo mano all’avatar celandosi dietro personaggi di ogni tipo.
Non è un caso, del resto, se proprio i cartoon sono riusciti ad unire attorno alla stessa “causa” così tanti utenti: l’età media dell’utenza sul social network coincide con quella porzione di telespettatori che hanno fatto dei cartoon un’icona generazionale: l’omaggio collettivo è pertanto una scintilla che accende rapidamente il passaparola lasciando che i 5 (10) giorni di nostalgia possano prender forma con la loro pacifica invasione di avatar.
“Collettivo“: dietro questa parola si cela l’elemento importante che si cela all’interno di fenomeni di questo tipo. Facebook, infatti, è sì un social network, ma è strutturato in modo tale per cui ognuno vede soltanto la propria porzione dell’intera community (che community, quindi, non si potrebbe nemmeno definire): tutto è social, insomma, ma nulla è collettivo. L’invasione dei cartoon è pertanto una iniziativa particolare perchè snatura in parte il network in due modi: primo, perchè suggerisce una azione di massa all’interno di un sistema non ideato per iniziative all’unisono; secondo, perchè suggerisce il cambio dell’avatar che su Facebook rappresenta molto più di una semplice icona (rappresenta l’utente stesso, ne favorisce il ritrovamento sul motore di ricerca interno e lo contraddistingue sulle bacheche altrui).
Facebook, quindi, probabilmente non gradirà in modo particolare l’invasione dei cartoon. Ma non potrà che guardare con simpatia alla cosa. Del resto se milioni di persone fanno community con azioni collettive (di per sé prive di significato, ma al tempo stesso in grado di scatenare qualcosa su masse non indifferenti di persone), significa che Facebook inizia ad assumere anche un valore ulteriore ulteriore rispetto a quello cercato. Ed il “libro dei volti”, per qualche giorno almeno, avrà un pizzico di fantasia e di colore in più.