Ci sono capitoli della storia umana che non possono essere dimenticati per gli orrori che hanno determinato. Il nazismo è uno di questi fatti. Di fronte al manifestarsi di tendenze neonaziste su Internet, il Web non poteva stare a guardare.
Facebook ha deciso di chiudere i gruppi neonazisti rivolti soprattutto contro la comunità Rom, mentre YouTube ha dato il via libera alla rimozione dei video del gruppo dei 99 Fosse, che realizza canzoni di stampo neonazista. I provvedimenti sono stati presi in seguito alle proteste di alcuni utenti e, nel caso di YouTube, su segnalazione della polizia.
Su Facebook i gruppi neonazisti erano sette e, dopo la loro permanenza di alcuni mesi sul social network, sono arrivate le denunce da parte di Martin Schulz, presidente del Partito Socialista europeo, e di Gianni Pittella della delegazione italiana. Su Facebook è nato anche un gruppo dal nome “Cacciamoli da Facebook“, che ha l’obiettivo di individuare e denunciare i gruppi razzisti che si diffondono all’interno del portale.
Su YouTube invece a caricare i video era stato un utente che usava come nickname “karlgebhardt”, nome del medico psichiatra di Heinrich Himmler, famoso collaboratore di Hitler e colui che intraprese esperimenti medici nei campi di concentramento.
Con l’affermarsi delle innovative possibilità offerte dal Web si ha al suo interno la diffusione di idee e intendimenti non condivisibili, che possono essere pericolosi anche per i sentimenti di odio reciproco che infondono nelle comunità online e in quelle reali. È opportuno quindi vigilare perché la libertà di espressione sul Web non significa travalicamento dei limiti dei valori condivisi dalla società.