Trattasi di una piccola API. Trattasi di un piccolo script. Trattasi di una piccola modifica. Ma trattasi anche di una piccola onda destinata a riverberarsi su milioni di account, su miliardi di contatti, su una moltitudine di pagine viste e connessioni virtuali. Come in una sorta di “effetto farfalla”, un battito d’ali sulle API di Facebook può causare un uragano nel mondo dei social network. E il battito d’ali c’è stato: Facebook ha annunciato l’intenzione di cambiare in parte il concetto di Status Update.
Lo Status Update è il midollo stesso di Facebook: ogni utente può indicare momento per momento le proprie azioni, il proprio stato d’animo, un pensiero o un semplice “ping” verso la propria community. Il breve messaggio (così come altri update) va a comparire sulla bacheca di ognuno degli appartenenti al proprio giro di amicizie, e così facendo si genera un contenuto nel momento stesso in cui si segnala la propria esistenza alla propria community personale. Ciò che Facebook intende ora fare è andare un passo oltre ed offrire allo Status Update un concetto più aperto, permettendo all’utente di farne un uso più libero. Ed il tutto non comprende esclusivamente il piccolo messaggio di status, ma tutte le entità portate sul proprio profilo quali video, note e link.
Un esempio plausibile è nella possibilità di usare Facebook come una sorta di repository di informazioni da integrare su siti web personali, così che i contenuti da Facebook possano essere raggiungibili anche al di fuori del social network stesso. Così facendo l’attività sul proprio profilo assume doppia valenza, potendo essere esportata ed utilizzata su siti terzi. Per gli utenti si tratta di un servizio aggiuntivo, mentre per gli sviluppatori trattasi dell’opportunità di creare servizi nuovi che abbiano il proprio baricentro posato sul primo tra i social network al mondo.
La novità trae origine tecnica sul nuovo “FQL Call”, il metodo che Facebook introduce direttamente sulle pagine per gli sviluppatori per rendere possibile il tutto fin da subito. C’è chi vede in questa nuova aria d’apertura un attacco diretto al cuore di Twitter: andando a ricalcarne le orme, infatti, Facebook potrà spostare la sfida sulla legge dei grandi numeri, ottenendo dalla propria community risultanze molto maggiori rispetto al piccolo servizio dei cinguettii. L’apertura potrebbe avere questo esplicito scopo (estendere l’utilità significa poter attrarre altra utenza ed altre attenzioni) e Twitter dovrebbe a questo punto difendersi direttamente sul proprio campo, urlando i cinguettii della propria utenza contro gli Status Update dell’utenza concorrente. TechCrunch la pensa diversamente: il modello “mainstream” di Twitter mal si adatta alla community di Facebook e scalzare Twitter dall’immaginario collettivo non sarà dunque così semplice.
Si apre, comunque la si interpreti, un nuovo fronte.