Nuovo giorno, nuovi problemi legati alla privacy per Facebook. Il social network guidato da Mark Zuckerberg ha ammesso che dal maggio 2016 fino al marzo 2019 ha accumulato “per sbaglio” 1,5 milioni di email degli utenti senza consenso, caricati sulla piattaforma. Il problema si è verificato a causa di un processo di verifica dell’account, di cui si è già parlato durante i primi giorni di aprile.
Accadeva agli utenti che accedevano per la prima volta a Facebook, ma con servizi email diversi da Gmail. Ad esempio agli utenti che accedevano con Yandex e GMX veniva richiesto di autentificare l’indirizzo email, fornendo a Facebook anche la password (non quella dell’account, ma dell’email). In fase di registrazione veniva quindi richiesto di “confermare l’indirizzo email”, fornendo la password dell’account direttamente all’interno della piattaforma.
A quel punto un pop-up informava di una fantomatica importazione dei contatti, anche senza il consenso dell’utente. Il problema è che questo messaggio è stato rimosso da Facebook, ma non il meccanismo sottostante. In questo modo il social ha raccolto 1,5 milioni di indirizzi email, ma solo il mese scorso ha corretto questo problema. Un portavoce ha dichiarato a Business Insider:
Il mese scorso abbiamo smesso di offrire la verifica della password tramite e-mail come opzione per le persone che verificano il loro account quando si registrano per la prima volta su Facebook. Quando abbiamo esaminato i passaggi che le persone stavano facendo per verificare i loro account, abbiamo scoperto che in alcuni casi i contatti email delle persone venivano caricati involontariamente su Facebook quando veniva creato un account. Stimiamo che potrebbero essere stati caricati fino a 1,5 milioni di contatti e-mail di persone, che non sono state condivise con nessuno. Li stiamo eliminando. Abbiamo risolto il problema sottostante e stiamo informando le persone i cui contatti sono stati importati.