Anche se siamo in piena era social, la televisione conta ancora molto. Una ricerca sui consumatori americani ne è una dimostrazione: le icone più note dei social media, a partire dal like button di Facebook, guadagnano click quando passano dalle trasmissioni televisive.
Nulla, insomma, è ancora in grado di sostituire la televisione nella sua capacità di imporre consumi. Lo spiega bene la ricerca di Accenture che mette in relazione consumi, comportamenti e simboli. Secondo questo studio, il 64% degli 11 mila intervistati ricorda di aver visto un like, un Qr Code, il simbolo dell’hashtag di Twitter, alla televisione.
Simboli prettamente social, ma che si sono infilati nella memoria di molti americani mentre guardavano la televisione. Soltanto in un secondo momento, un consumatore su tre, una volta entrato in questi siti o applicazioni, riconoscendo queste icone, ha cliccato per utilizzare queste funzioni. Le percentuali mettono al primo posto il bottone “mi piace” al 42%, mentre l’hashtag è al 18%.
La motivazione principale nel cliccare o utilizzare queste icone proviene dunque dalla curiosità di scoprire cosa significano, perché nelle tante trasmissioni televisive che ormai li utilizzano non viene spiegato, dandolo per scontato. Invece è un errore: basti pensare che anche tra i più giovani la percentuale di chi ha utilizzato un’icona in tempo reale (perché dotata di un device connesso alla rete) mentre guardava la televisione è del 60%.
Ovviamente, in questa percentuale confluiscono sia coloro che già conoscevano il significato di questi simboli, e sono stati quindi spinti al loro utilizzo dall’esposizione alla TV, sia quelli che li vedevano per la prima volta. In questo ultimo caso, si tratta di un gap di conoscenza informatica che è di tutte le società (in Italia è molto alto il divario digitale tra generazioni e tra aree del paese, ad esempio), ma nel primo suggerisce invece quanto sia interessante dal punto di vista economico il rapporto tra la televisione e i social network.
Non a caso, Facebook e Twitter stanno investendo nella televisione, in programmi definiti “social TV” e in pubblicità e creazione di applicazioni e viewer con alcune trasmissioni per aumentare il livello di partecipazione e interazione. Negli Usa è comune l’uso dei social su spinta televisiva per l’acquisto di coupon, per le lotterie nazionali, per la partecipazione a quiz, per il collegamento con altri spettatori dagli interessi simili.
Facendo da intermediari tra broadcast e spettatori, Facebook e gli altri social potrebbero guadagnare in click quanto non avevano mai immaginato prima, quando puntavano solo sui propri utenti.