Mancano le conferme ufficiali, ma secondo quanto riportato da The Verge Facebook starebbe lavorando da tempo al suo primo smartwatch, che la società conta di far debuttare la prossima estate. Il dispositivo, per lo sviluppo del quale l’azienda avrebbe già investito qualcosa come 1 miliardo di dollari, dovrebbe essere caratterizzato da un display con due fotocamere che potrà essere “staccato” dal device sul polso per scattare foto e girare video, da condividere successivamente attraverso la suite di app di Facebook, incluso Instagram.
Facebook watch, le caratteristiche
Entrando nel dettaglio, una fotocamera dovrebbe essere disposta sulla parte anteriore del display dell’orologio, e utilizzabile principalmente per le videochiamate, mentre l’altra, da 1080p e con messa a fuoco automatica sarebbe posizionata sul retro per essere utilizzata per acquisire foto e filmati quando viene rimossa dal telaio in acciaio inossidabile del cinturino assieme ovviamente al resto del quadrante. Facebook starebbe contattando altre aziende per creare accessori per collegare l’hub della fotocamera ad altri accessori, come piccoli cavalletti, caschi e zaini, magari per emulare l’utilizzo di una GoPro.
Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, mira di fatto a costruire i “suoi” dispositivi consumer anche per eludere Apple e Google, che attraverso i loro device ospitano Facebook e ne “controllano” quindi in gran parte la capacità di raggiungere le persone, e con i quali l’azienda ha appena iniziato una “guerra” sulla questione privacy e pubblicità mirata, importantissima nel business del gruppo di Zuckerberg.
Tuttavia, sempre secondo indiscrezioni, il “Facebook watch” dovrebbe utilizzare una versione personalizzata del sistema operativo Android di Google, integrandovi poi, come scritto prima, la sua suite di app (compresa una specifica per i telefoni) ed eventualmente accessori e applicazioni di terze parti per creare di offrire un tipo di esperienza quanto più completa e variegata possibile ai possessori dello smartwatch, che di fatto diventerebbe così un metodo alternativo allo smartphone per la produzione di contenuti da postare online.