Pericolosa, quanto prevedibile, sbandata in Borsa per le azioni Facebook. Il social network di Mark Zuckerberg vede infatti il proprio titolo cadere di oltre 6 punti percentuali in attesa dell’ultima seduta della settimana, e tutto ciò in un giorno nel quale il segno meno era atteso per motivi ben precisi.
Nelle ultime ore è andato infatti in scadenza il “lock-up” che imponeva un divieto di vendita per talune azioni del gruppo. A periodo di divieto scaduto, molti investitori hanno voluto monetizzare il proprio investimento e riportare a casa il denaro, riversando sul mercato circa 271 milioni di azioni (il che equivale a circa la metà delle 470 milioni liberamente disponibili per la compravendita. Un tale ammasso di vendite che va a riversarsi improvvisamente sul mercato non fa altro che abbattere il prezzo delle azioni in virtù di uno sbilanciamento evidente tra domanda (bassa) ed offerta (alta, altissima). A fine giornata è -6,27%, giungendo ad una quotazione di poco superiore ai 19 dollari e pertanto giunta ormai a metà del valore di collocamento delle azioni FB.
Chi ha investito in Facebook fin dalla prima ora, insomma, ha già perso metà del proprio denaro e di fronte ha prospettive non esattamente rosee. Se negli ultimi giorni son giunte sul mercato 240 milioni di azioni, entro fine anno ulteriori 1,4 miliardi potrebbero essere messe in vendita spingendo ulteriormente al ribasso il valore. Tutto sta nell’appetibilità del titolo però, ed una eventuale risalita, condita con una necessaria iniezione di fiducia, potrebbe limitare le vendite, rilanciare gli acquisti, e portare così il valore delle azioni a livelli più consoni rispetto alla valutazione di collocamento.
Attorno alle azioni del social network gravitano sempre dubbi ulteriori, timori di bolla mai sopiti che anche altre valutazioni continuano a nutrire. Zynga è infatti ormai crollato del 70% rispetto alla quotazione iniziale mentre anche Groupon ha chiuso l’ultima giornata lasciando per la strada 6 punti percentuali. I timori sui nuovi fenomeni tecnologici di Wall Street tornano a far capolino, insomma, gettando sfiducia sui rispettivi titoli. E la sfiducia è il peggior nemico delle valutazioni finanziarie.