L’immensa mole di dati di cui Facebook dispone a proposito della propria community permette indagini tanto curiose quanto importanti poiché sviluppate su di un bacino di utenti tanto grande quanto facilmente selezionabile. Le informazioni immesse, inoltre, sono in larga misura valutabili nella loro attendibilità, rendendo pertanto maggiormente valida l’analisi aggregata. Da questo tipo di contesto Facebook ha sviluppato un nuovo report che, a poche ore dalla ricorrenza di San Valentino, ha misurato il grado di “felicità” espressa sul social network dalle persone, valutando quali siano le condizioni personali che meglio predispongono al buon umore.
L’analisi è firmata da “Lisa”, studentessa interna al team Facebook Data. Ed il risultato indicato nel report conclusivo sembra premiare una realtà assodata: la vita di coppia rende l’animo più tranquillo e felice. Gli utenti che si sono dichiarati sposati o fidanzati, infatti, manifestano segni di felicità superiori rispetto ai single. Particolarmente negativo, al contrario, il sentimento che trapela dalle persone che si certificano in “relazione aperta” o in relazione complicata.
Misurare un sentimento non è semplice, ma è possibile. Facebook ne ha già dato prova in passato e la metodologia è rappresentata da una analisi semantica delle parole utilizzate nei messaggi di stato portati sul social network. La statistica mette da una parte le parole che esprimono tristezza e dall’altra le parole che esprimono gioia, computano il tutto all’interno di un valore numerico descrittivo e determinano infine un raffronto che porta alle conclusioni.
Facebook Data – Felicità e relazioni sentimentali
L’analisi specifica non è priva di difetti e non è in alcun modo utile ad esprimere conclusioni deterministiche di valore assoluto. È dimostrato, infatti, come con il passare degli anni si tenda ad esprimere meglio le sensazioni positive con una maggior repressione degli atteggiamenti negativi (al contrario di quanto si fa ad esempio durante l’adolescenza): questa semplice considerazione indica il possibile inquinamento delle conclusioni in virtù del fatto che le persone sposate hanno mediamente qualche anno in più rispetto alle persone non sposate. Ciò non esclude però l’evidenza statistica per cui chi gode di una relazione in qualche modo stabile esprime maggior positività: un dato di fatto che l’analisi degli status esprime e riconsegna con somma chiarezza.
Quel che più è importante in una analisi di questo tipo, però, è tutto ciò che rappresenta il metodo. Nel merito, infatti, l’analisi mette in evidenza soltanto una minima parte di tutto ciò che il social network è in grado di carpire dai milioni di status che l’utenza aggiorna online giorno dopo giorno. Per il gruppo è questa una ricchezza che si intende far valere nelle proprie offerte commerciali, nel proprio futuro rapporto con Bing e nell’offerta di nuovi servizi. Nessuno come Facebook, infatti, è in grado di avere a disposizione uno “zeitgeist” tanto puntuale ed aggiornato, partorito dalle emozioni e mutato in numeri tramite le semplici confessioni che continuamente una community da 400 milioni di utenti affida alla propria bacheca personale.